La denuncia pubblica del Pd, che boccia senza appello la volontà dell’amministrazione d’Apollonio: “Il Comune ha giocato al ribasso, sono privi di una visione strategica e programmatica”. GUARDA LE VIDEOINTERVISTE
ISERNIA. La fine di un sogno. Così, tranchant, Luciano Sposato, segretario provinciale del Pd di Isernia, liquida lo stravolgimento del progetto di riqualificazione del parco urbano della stazione come ideato dall’ex amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Luigi Brasiello.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata proprio nel ‘luogo del delitto’ – l’area del terminal degli autobus, antistante ai binari – il Partito democratico ha denunciato pubblicamente “una volontà politica tesa a giocare al ribasso”, rinunciando a un parco interattivo con un’installazione artistica con led luminosi, controllati tramite sensori di prossimità che avrebbero interagito con i movimenti dei visitatori. Anche la gestione del verde sarebbe stata intelligente, attraverso un sistema di sensori che monitoravano le condizioni climatiche per ottimizzare la gestione dell’impianto di irrigazione.
Il segretario cittadino del Pd Maria Teresa D’Achille, in particolare, ha puntato il dito contro l’amministrazione di centrodestra, incapace di chiedere finanziamenti nonostante le occasioni degli ultimi anni, dal bando per le periferie al Contratto istituzionale di sviluppo. “Stravolto il progetto preliminare a livello infrastrutturale, viene meno l’intero impianto del progetto generale – spiega la pasionaria del centrosinistra, vicesindaco all’epoca – che non a caso si era piazzato tra i finalisti del premio Smart Communities 2015, dando una risposta concreta alla cronica mancanza di spazi di aggregazione sociale e verde pubblico, riqualificando a tal fine vecchi edifici, manufatti industriali, spazi pubblici privi di qualità e un’intera zona abbandonata e degradata quale l’area stazione, utilizzando tecnologie innovative che ne avrebbero previsto la fruizione in un’ottica smart, mettendo i bisogni della gente al centro della visione della città. Un progetto di ampio respiro insomma, che immaginava Isernia nel 2030, fondato su tecnologie per la mobilità, sviluppo sostenibile, coinvolgimento dei cittadini, facilitazione dell’accesso ai servizi e ottimizzazione delle risorse”.
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Tutto pregiudicato adesso, anche perché l’area del terminal bus “è stata data dal Comune in gestione per 15 anni alla ditta Aj Mobilità che gestisce i parcheggi a pagamento. Un vincolo che fa venire meno i presupposti del nostro progetto. Con i lavori che, tra l’altro, procedono con notevole ritardo. Tutto ciò denota – ha continuato D’Achille – un’evidente mancanza di visione strategica e programmatica dell’amministrazione d’Apollonio, che sempre visto questo parco come un peso, un’eredità che è trovata sul groppone, sulla quale non avrebbe mai voluto scommettere e di cui non vede l’ora di disfarsi, non avendo idea della destinazione d’uso degli spazi aperti e coperti compresi nell’area”. Ma D’Achille non ha intenzione di arrendersi: “Continueremo a studiare proposte concrete, insieme alle associazioni e ai cittadini interessati, per la realizzazione del parco urbano; chiediamo perciò al Comune di ripensarci e di chiedere ulteriori finanziamenti al governo nazionale per la progettazione di quest’importantissima opera. Noi comunque lo faremo, interessando i ministeri competenti”.
Anche l’ex assessore ai Lavori Pubblici non ha fatto sconti: “Dal nostro progetto preliminare del maggio 2016 – spiega Sposato – si è proceduto con un appalto integrato, aggiudicato a una determinata ditta grazie a un progetto migliorativo, vinto proprio in base ad alcuni parametri che andavano rispettati. Invece, si è proceduto con una perizia di variante del progetto migliorativo, che cambia radicalmente le carte in tavola. Risultato, la riqualificazione prevista dopo l’acquisizione dell’area – 35mila metri quadrati – dalla Rete Ferroviaria Italiana con tutti i suoi fabbricati non potrà più essere fatta”.
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Due le finalità previste in origine: la ricucitura delle parti est e ovest della città, da corso Garibaldi al quartiere San Leucio e corso Risorgimento, attraverso un sovrappasso pedonale; oltre a un sottopasso carrabile che avrebbe eliminato il passaggio a livello, al posto del quale sarebbe stata realizzata una rotatoria. Invece, nulla più di tutto questo. A danno dell’intera città
Pba
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