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Regione, Fratelli d’Italia avvisa Toma: ci toccano un assessore e il vicepresidente

Nuovi grattacapi per il governatore: Di Sandro rivendica il rispetto degli accordi elettorali ignorati per 18 mesi e lamenta scarso coinvolgimento su temi cruciali come sanità e lavoro. Forza Italia ha due assessori con due consiglieri, come il partito della Meloni, che è fuori dalla Giunta. Ma a traballare più di tutti torna la Lega con Mazzuto


CAMPOBASSO. Fratelli d’Italia presenta il conto al presidente Toma. Lo fa per iscritto, con una lettera inviata lo scorso 12 novembre dal coordinatore regionale Filoteo Di Sandro al governatore in persona e al presidente nazionale del partito, Giorgia Meloni, nella quale ricorda il mancato rispetto dei patti elettorali e lamenta anche lo scarso coinvolgimento nelle ultime, importanti decisioni politiche adottate.

Assessore regionale Filoteo Di SandroTraducendo per i comuni mortali, Di Sandro pressa Toma per un posto in Giunta da assegnare al suo partito. Lo fa dopo aver convocato il coordinamento regionale di Fdi, lo scorso 11 novembre, durante il quale si è fatto il punto sulla situazione politico-amministrativa della regione. Una riunione dalla quale sarebbe emerso, prepotente, il malcontento della base per una serie di promesse non mantenute. Su tutte, la mancata nomina di un assessore regionale con ruolo di vicepresidente in quota Fratelli d’Italia. Nonostante il buon risultato riscontrato a livello elettorale alle Regionali dell’aprile 2018 e, soprattutto, nonostante Fdi fosse stato tra i primi a dare il placet sul nome di Toma candidato governatore, rivendica Di Sandro nella missiva.

In sostanza, la candidatura dell’attuale presidente sarebbe scaturita da un’intesa nazionale tra i partiti condivisa da tutti gli alleati, che avrebbe previsto, in partenza, un assessore e vicepresidente per il partito della Meloni dopo che lo stesso era stato penalizzato, in Molise, nelle candidature per le Politiche del marzo 2018. Intesa tenuta piuttosto sottotraccia, dall’inizio della legislatura, forse nella convinzione che prima o poi le acque si sarebbero mosse.

Invece, calma piatta da 18 mesi a questa parte: Giunta Toma cristallizzata nonostante il problema Lega, con l’ex coordinatore regionale Luigi Mazzuto – che non ha più un gruppo consiliare di rappresentanza a Palazzo D’Aimmo a seguito dell’espulsione dal Carroccio delle consigliere Aida Romagnuolo e Mena Calenda, per palesi disaccordi con la linea politica dell’assessore alle Politiche Sociali – che rimane saldamente in sella, nonostante la remissione dell’incarico nelle mani di Toma dopo la debacle delle Comunali di Campobasso. Le dimissioni più farlocche della storia politica molisana, a giudicare dalle conseguenze, con il risultato che la Giunta, oltre alla Lega, vede assegnate due poltrone a Forza Italia (con Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio), una a Orgoglio Molise con Vincenzo Cotugno (attuale vicepresidente) e una ai Popolari con Vincenzo Niro. Eppure, Fdi conta due consiglieri in assise – Massimiliano Scarabeo e Quintino Pallante, come anche Forza Italia (Nico Romagnuolo e Armandino D’Egidio, con quest’ultimo che flirta da mesi con i centristi di Micone e Niro). Ma in Giunta gli azzurri hanno due assessori e Fdi nessuno.

toma pallante 3Vero è che Pallante occupa anche il ruolo di sottosegretario, ma non basta: è infatti lo stesso Di Sandro, nella sua lettera, a sottolineare come lo stesso non soddisfi le legittime aspettative del partito, come più volte   sottolineato anche dai vertici nazionali, vista anche la continua crescita della Meloni nelle varie tornate elettorali del resto d’Italia.

Stop, dunque, a una situazione di penalizzazione durata già troppo a lungo, è il primo squillo di tromba a Toma, a vantaggio di altri partiti politici. Ma non è tutto. Perché Di Sandro lamenta, su mandato del coordinamento da lui riunito, anche la mancata partecipazione e condivisione su alcuni temi particolarmente importanti e strategici, quali la sanità e il lavoro. Argomenti esplosivi, come facilmente comprensibile, per i quali viene caldeggiato più che mai un confronto volto a trovare le soluzioni, tutti insieme. Di Sandro chiude ribadendo il sostegno di Fdi all’azione di governo di Toma. Ma chiede una risposta concreta ai problemi sollevati.

Di avvertimenti, neanche l’ombra. Ma vista i continui scricchiolii mostrati dal centrodestra – vedasi l’ultimo Consiglio regionale monotematico sui concorsi alla Regione, dove la maggioranza è andata sotto per ben 7 volte – c’è poco da avvertire: i numeri traballano giorno per giorno. E rinunciare a Fdi – partito in cui gravita, pur senza la formale adesione, anche l’ex presidente Michele Iorio – significherebbe rischiare di perdere due, se non tre ‘pezzi in Consiglio’. Troppi, per restare a galla.

Pasquale Bartolomeo

 

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