L’azione incisiva operata dal nuovo comandante e la preoccupazione per la situazione dei penitenziari italiani, dove secondo il sindacalista i capi delle organizzazioni riescono a impartire ordini all’esterno
CAMPOBASSO. Trovati 8 cellulari e un pacchetto di hashish all’interno del carcere di Campobasso. A evidenziarlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia penitenziaria.
“Il merito – ha dichiarato il sindacalista – è sicuramente del nuovo comandante, dal cui insediamento, meno di 4 mesi, sono stati ritrovati oltre 20 telefonini e un significativo quantitativo di droga. La dottoressa Calcutta è stata in grado di dare una svolta significativa al proliferare di droga e telefonini all’interno del carcere Campobassano ed a infliggere un duro colpo alle organizzazioni malavitose, che girano intorno al malaffare locale ma soprattutto extraregionale”.
“Farà pure impressione nell’opinione pubblico l’alto numero sequestrato in una sola operazione – ha aggiunto Di Giacomo – ma è da anni che denunciamo che negli istituti di pena italiani ci sono troppi telefonini. Nell’ultimo anno, dalle notizie che abbiamo raccolto attraverso il nostro ‘tour’ tra le carceri del Paese e dai nostri delegati, sono circa 2100 i telefoni cellulari sequestrati nel corso di perquisizioni e di altre attività di controllo nelle 190 carceri italiane, il 120 per cento in più dell’anno precedente, nel quale furono ritrovati 937 tra sim e cellulari. Il record è di Campobasso, il carcere con il maggior numero di telefoni ritrovati negli ultimi sei mesi”.
“Anche a Campobasso – ha evidenziato ancora il segretario del Spp – si riesce a parlare con l’esterno e ad impartire ordini. L’istituto molisano non è più carcere modello, ma è diventato centro di incontro della malavita, anche per la facilità di comunicazione con l’esterno”.
A livello nazionale, ha rivelato ancora Di Giacomo, i capi delle organizzazioni criminali hanno la consuetudine di impartire ordini con i telefonini. “Siamo di fronte all’ennesima situazione di totale insicurezza degli istituti penitenziari italiani che continuiamo a denunciare da tempo e che è il risultato dell’assenza di iniziative efficaci ad opera del Ministro Bonafede, che non ha dato alcun segno di discontinuità con il suo predecessore del Governo Renzi”.
“Non si sottovaluti che specie a Campobasso si può trovare terreno fertile per organizzare traffici anche all’esterno. È ora che il mondo della politica si faccia carico del problema, che non è solo un problema di sicurezza nelle carceri ma soprattutto dei territori dove essi sorgono. Noi – ha concluso Di Giacomo – anche per questo continuiamo il ‘tour’ tra le carceri e l’operazione verità, avviata sui problemi veri del nostro sistema penitenziario”.
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