La decisione del giudice per le udienze preliminari del tribunale di Isernia nei confronti delle due insegnanti di una scuola di Venafro. Processo al via il 2 luglio del prossimo anno
ISERNIA. Rinviate a giudizio le due maestre di 49 e 58 anni finite al centro dell’inchiesta per maltrattamenti su minori in un asilo di Venafro, denominata ‘Lasciateli giocare’ e rimbalzata sulle cronache nazionali.
Questa la decisione del giudice per le udienze preliminari del tribunale di Isernia, al termine dell’udienza odierna. Nell’occasione, l’avvocato Gianni Perrotta, che insieme ad Adriano Iannacone difende una delle due insegnanti (l’altra è assistita dai legali Antonio Caranci e Gaetano Andreozzi, ndr), ha chiesto la trascrizione delle intercettazioni mediante perizia. Mentre le parti civili, ossia tredici genitori rappresentati dall’avvocato Arturo Messere, hanno chiesto la costituzione in giudizio anche del Miur. Tuttavia, il gup ha inteso rimandare entrambe le istanze alla fase dibattimentale. Il processo entrerà così nel vivo il 2 luglio del 2020, dinanzi al giudice monocratico Costanza Cappelli.
L’operazione della Squadra Mobile di Isernia – si ricorda – ha attestato qualcosa come 150 episodi di violenza su bambini, anche di 2 e 3 anni, in un periodo di soli 20 giorni di videosorveglianza.
I fatti sono stati immortalati dalle telecamere nascoste dagli agenti di polizia nella scuola dell’infanzia, dove i piccoli venivano educati alla legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Il tutto condito da botte in testa, strattoni, aggressioni verbali, vessazioni, minacce e atteggiamenti lesivi della persona. In aula, all’asilo, c’era un clima di terrore e volavano parole forti. Fin quando alcuni madri coraggiose, nel novembre 2018, non hanno deciso di rivolgersi alla procura di Isernia, che ha condotto le indagini con il procuratore capo Carlo Fucci e il sostituto Maria Carmela Andricciola. Le immagini di quanto accadeva nell’asilo sono state diffuse dalla Mobile in conferenza stampa lo scorso 18 gennaio, scatenando così una gogna pubblica, soprattutto a mezzo social, fermamente condannata dai legali difensori delle due docenti.
Le due insegnanti sono state subito sospese dal servizio per 12 mesi. Per una di loro la sospensione è stata poi ridotta a 9 mesi, in parziale accoglimento, da parte del collegio giudicante del Tribunale d’Appello, dell’istanza di revoca della misura comminata dal gip del tribunale di Isernia presentata dall’avvocato Perrotta.
Ed ora si va verso il processo.
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