Omicidio, lesioni gravissime e referti ‘taroccati’: 5 medici sotto accusa per la morte di Daniele Skerletic

Il 40enne di Isernia deceduto nel 2016 presso l’ospedale di Biella per un presunto caso di malasanità. La procura piemontese ha chiesto il rinvio a giudizio per i camici bianchi che lo sottoposero a tre interventi chirurgici. Ad assistere la famiglia, gli avvocati Zarone e Leva


BIELLA-ISERNIA. Chiesto il rinvio a giudizio per 5 medici dell’ospedale di Ponderano, in provincia di Biella, per la morte di Daniele Skerletic, il 40enne di Isernia deceduto il 7 agosto del 2016 a causa di un presunto caso di malasanità, sul quale il padre ha deciso di provare a far luce attraverso una denuncia presentata a ottobre del 2017 presso la procura di Vasto.

Omicidio colposo, lesioni gravissime e falso ideologico per aver cercato di manomettere e alterare il registro operatorio: queste le pesanti accuse, a vario titolo, nei confronti dei 5 camici bianchi del nosocomio piemontese, dove Skerletic trovò la morte dopo un lungo calvario sanitario.

L’uomo, sulla sedia a rotelle fin da adolescente perché investito da un’auto della polizia, nel novembre 2014 era stato ricoverato presso l’ospedale di Vasto (Chieti) a causa di una piaga da decubito, per poi essere dimesso poco dopo con la diagnosi di vescica neurologica e di infezione urinaria. Di qui l’inizio di una serie di cure che lo avevano condotto, nel gennaio del 2016, a un nuovo ricovero. Una situazione progressivamente peggiorata, fino a che i medici non diagnosticarono un’infezione da trattare con l’asportazione di un rene e la contestuale ricostruzione di parte della vescica. E consigliarono il trasferimento presso una struttura sanitaria di più elevata specializzazione, quale il ‘Careggi’ di Firenze. Daniele venne così dimesso dal nosocomio vastese, ma mai accettato nell’ospedale fiorentino. Dopo 26 giorni trascorsi in casa tra dolori lancinanti, accudito giornalmente da infermieri, venne ricoverato presso il presidio ospedaliero di Ponderano, in provincia di Biella. E solo lì, a seguito di una tac, fu accertato come fosse affetto da un carcinoma spinocellulare che partiva dalla vescica.

Dal 28 giugno al 13 luglio 2016, il giovane fu sottoposto a tre interventi, ma la situazione era ormai troppo grave e il 7 agosto successivo sopraggiunse il decesso. Una morte per la quale la famiglia ancora oggi s’interroga.

In questi ultimi anni le indagini sono andate avanti e il fascicolo è passato nelle mani del tribunale di Biella, dove il giudice per l’udienza preliminare, pochi giorni fa, ha ammesso l’incidente probatorio, durante il quale dovranno essere accertate le cause di morte e bisognerà capire se gli interventi chirurgici effettuati presso l’ospedale biellese abbiano o meno accorciato le aspettative di vita del paziente, come già sostenuto dai due consulenti medici della procura della Repubblica. Il 17 dicembre prossimo inizieranno le operazioni peritali, mentre il 13 maggio 2020 ci sarà l’udienza per l’esame dei periti.

Ad assistere la famiglia di Skerletic, gli avvocati Fabrizio Zarone del Foro di Santa Maria Capua Vetere e Danilo Leva del Foro di Isernia

Il procedimento accorpa due diversi casi di presunta malasanità presso il medesimo ospedale: nel caso dell’altro paziente, vi è anche un altro capo di imputazione contestato, relativo al falso per sostituzione di persona nella sala operatoria.

 

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