Categories: CRONACA

Inchiesta di ‘Report’ sul latte estero nei formaggi molisani. La Cia: pratica nota da anni

Per il direttore Donato Campolieti servono controlli più pressanti, per garantire i consumatori e le aziende serie


CAMPOBASSO. Latte proveniente dall’estero per produrre formaggi molisani, l’inchiesta di Rosanna Aquino per ‘Report’ ha riacceso i riflettori su pratiche che la Cia aveva segnalato da anni.

“Non voglio certo fare demagogia, ma come è possibile far finta di non sapere e stupirsi di fronte a pratiche ben note a tutti, di una ovvietà disarmante – le parole del direttore della Cia Molise Donato Campolieti – Dai dati ufficiali, 800mila sono i quintali di latte che gli allevatori molisani producono all’anno. Poco meno dell’1% della produzione nazionale e 43 sono le aziende di trasformazione, i caseifici, che ogni anno trasmettono ad Agea e alla regione i dati di produzione”.

“Dal calcolo – ha aggiunto Campolieti – si comprende bene che ogni singola azienda di trasformazione potrebbe arrivare a lavorare ogni giorno poco più di 50 quintali di latte molisano e visto che i derivati si riducono ad un 50% circa di quella che è la produzione di latte, producono 20 quintali di prodotti trasformati. Aziende che oggi utilizzano tutti il marchio 100% molisano, per le quali nessun controllo esterno ne ha certificato la veridicità. Se gli stessi caseifici sul mercato registrano vendite di gran lunga superiori ai 20 quintali, è facile dedurre che le aziende lavorano unitamente al latte molisano anche latte proveniente da altre realtà produttive, italiane o addirittura estere, altrimenti non riuscirebbero a soddisfare le piazze”.

Le lavorazioni con cagliate industriali provenienti dall’estero rientrano in quello che è un fenomeno denunciato già da tempo dalla Confederazione italiana degli agricoltori molisani. E che non solo inganna i consumatori, ma che getta nel fango un’intera regione.

“Il problema deve essere risolto all’origine. Servono maggiori controlli. Gli organi preposti – ha rimarcato ancora il direttore della Cia Molise – devono effettuare periodicamente verifiche nei caseifici, devono controllare la corrispondenza tra etichetta e materia prima utilizzata. La legge non vieta ai caseifici di acquistare e trasformare latte estero, questo però non consente alle stesse aziende di utilizzare il marchio ‘100% molisano’. Quando la produzione di derivati del latte è superiore alla media di trasformazione locale, dovrebbero scattare in automatico i controlli, dalla qualità all’etichettatura”.

Per il direttore Campolieti, in sostanza, non serviva Report per scoperchiare la mega truffa che si cela dietro le false etichette del 100% made in Molise.

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Carmen

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