Le dichiarazioni del segretario regionale dem, che ha espresso la posizione del partito, per un Dea di II livello e il riequilibrio della spesa pubblico-privato
CAMPOBASSO. Sanità, il Pd attiva il tavolo permanente. Ad annunciarlo il segretario dem Vittorino Facciolla.
“Siamo stati i primi – le sue parole – a chiedere di far luce sulle modalità della delibera fatta a distanza dal presidente della Regione per la nomina del commissario Asrem Virginia Scafarto, e siamo ancora qui a cercare di chiarire ai molisani quello che sta succedendo. I commissari Giustini e Grossi, nominati dal governo giallo-verde (ma in realtà più verde dato che Giustini era in quota Lega) hanno consegnato le ‘pecore’ molisane nella fauci del ‘lupo’ Agenas, l’ente pubblico nazionale che ha il compito di vigilare e verificare i conti in tema di sanità regionali monitorando tutte le regioni”.
“Niente di strano – ha aggiunto Facciolla – se non fosse per l’assordante silenzio del presidente Toma che, da un lato, non ha mai fatto ciò che era tenuto a fare, ovvero controllare e tenere in ordine quei conti ed evitare quindi di far trovare all’Agenas un impressionante disavanzo, pari a circa 60 milioni di euro di debito sanitario. Dall’altro lato lo stesso Toma sta facendo una serie di moine, con le quali si erge a santo protettore della sanità molisana, giocando a rimbalzarsi le responsabilità con il commissario Giustini”.
“Nel frattempo – ha rimarcato ancora – chiudono reparti e ospedali su tutto il nostro territorio lasciando i molisani sempre più soli e sempre più abbandonati a prestazioni sanitarie non adeguate. Cosa stiamo facendo noi del Pd? Quello che avrebbe dovuto fare il presidente Toma, ovvero un’operazione di controllo dei conti della Sanità e la costituzione di un gruppo di lavoro, composto anche da operatori sanitari, che studia e valuta proposte concrete di aiuto e assistenza sanitaria ai molisani”.
“Lo stiamo facendo avendo chiari due obiettivi, condivisi e approvati dalla Direzione regionale del partito: il superamento delle regole che non consentono alle piccole regioni di poter avere un Dea di secondo livello e il riequilibrio della gestione della spesa sanitaria tra pubblico e privato. Perché l’impegno per la nostra terra, la concretezza delle nostre proposte – ha concluso Facciolla – è l’unico modo che conosciamo del fare politica”.
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