HomeSenza categoriaSanità allo sfascio, colpa dei Commissari: le ‘giravolte’ dei Cinque Stelle

Sanità allo sfascio, colpa dei Commissari: le ‘giravolte’ dei Cinque Stelle

I portavoce in Consiglio regionale dopo la sentenza della Consulta difendono le loro scelte in linea di principio ma di fatto scaricano Giustini e Grossi


CAMPOBASSO. Vogliono lasciarsi alle spalle le dispute giuridiche eppure ci si vanno ad impelagare, facendo emergere una posizione decisamente oscillante sul tema ‘sanità e commissariamento’.
Con una nota i Cinque Stelle del Molise chiariscono alcuni aspetti della sentenza della Corte Costituzionale, precisando che la stessa non farebbe decadere i commissari, fortemente voluti dal Movimento per risanare il comparto e sottrarlo alle ‘grinfie’ della politica. Tuttavia, non possono esimersi dal rilevarne le ‘colpe’, “già solo per il fatto di non aver discusso i contenuti del Piano Operativo con un territorio che non conoscono nella sua varietà e nelle sue difficoltà”.

Insomma, nel post pronunciamento della Consulta, che rimette in auge la possibilità che sia il governatore Toma a gestire il comparto sanitario perché il ruolo di presidente della Regione e di Commissario ad acta non sarebbero più incompatibili, si aprono scenari imponderabili. Spuntano interrogativi su chi sarà a portare avanti i tagli previsti da un Piano Operativo i cui contenuti saranno presto svelati in audizione alla Regione, ossia il 10 dicembre prossimo: coloro che li hanno decisi o colui che riceverà la pesante eredità?

E nel marasma il Movimento Cinque Stelle, con un bifrontismo da male minore sul tema, attraverso i Portavoce a palazzo D’Aimmo, rilancia i temi, ovvero la necessità di trovare soluzioni per riportare in Molise un sistema di sanità pubblica efficace ed efficiente. Quasi ad esorcizzare l’incertezza del futuro.

“Per undici degli ultimi dodici anni, – si legge in una nota – la Sanità molisana è stata gestita dalla politica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: servizi sempre più scadenti, rete territoriale e di emergenza depauperata, blocco delle assunzioni e tasse alle stelle. Ciò che resta della sanità pubblica molisana, da anni e non da mesi, è tenuto in piedi solo grazie allo spirito di sacrificio degli operatori. Intanto, soprattutto i due privati accreditati, Neuromed e Fondazione Giovanni Paolo II (ora Gemelli spa) continuano a rappresentare eccellenze in campo sanitario, ma assorbono, tra budget ed extra budget, più di 100 milioni di euro l’anno, con l’assurdità che la Regione anticipa più della metà di questi soldi non per curare i molisani ma i cittadini di fuori regione. Questo crea squilibrio in un sistema che vede il pubblico sempre più compresso a favore del privato.
In questo scenario è impensabile immaginare che chi ha distrutto la sanità pubblica possa ristrutturarla. Questa è stata l’idea base del MoVimento 5 Stelle e di tanti cittadini, – rivendicano i portavoce, difendendo la loro scelta – quando abbiamo pensato ad una legge che prevedesse l’incompatibilità tra il ruolo di Governatore e quello di Commissario per la sanità.
Ora sappiamo che, secondo la Corte Costituzionale, l’incompatibilità non doveva essere prevista in legge di conversione perché estranea al Decreto Fiscale. Ma attenzione: dire che la Corte Costituzionale ha bocciato il ‘concetto’ del commissariamento esterno significa dire il falso. I Commissari esterni, infatti, sono stati nominati sulla base di una legge che già ne permetteva la nomina in caso di mancata attuazione dei Piani di rientro. In pratica la sentenza non fa decadere i Commissari nominati per il Molise.

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