Sanità, la teoria dell’ospedale unico e la richiesta di Toma: deroga al decreto Balduzzi

Oggi l’audizione del commissario Angelo Giustini e del sub commissario Ida Grossi, per illustrare il nuovo Pos. Nel pomeriggio la seduta monotematica del Consiglio regionale richiesta dal M5s

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di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Un ospedale Hub a Campobasso, due ospedali Spoke a Isernia e Termoli, “ma se dovessimo pensare ad una offerta molto più vicina alla teoria e se non avessimo tenuto in conto della realtà molisana, dell’orografia e delle vie di comunicazione che non consentono rapidi spostamenti delle persone, potrebbe bastare un solo ospedale, in una regione che conta solo 300mila abitanti”.

Nessun Dea di secondo livello e rete dell’emergenza che prevede, “per garantire sicurezza e accessibilità”, la collaborazione con altre regioni. Che, nei casi più critici, a partire dall’emorragia cerebrale, significa traporto dei malati colpiti da malattie tempo dipendenti negli ospedali fuori dal Molise. Anche potenziando l’elisoccorso.

Questo il fulcro del Piano sanitario regionale 2019/2021, illustrato (ma molto a grandi linee e poco nei dettagli) nella Conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale dal sub commissario alla sanità Ida Grossi. 

Un intervento tecnico, il suo, che ha seguito l’intervento, meno tecnico, del commissario Angelo Giustini. Che ha evidenziato i rapporti tesi con l’esecutivo regionale, “il presidente Toma e l’assessore Mazzuto sono andati a chiedere la mia testa a Roma”. E che poi ha precisato, facendo riferimento alla sentenza della Corte costituzionale, che ha sancito che non c’è incompatibilità tra governatore e commissario, “siamo qui come governo tecnico, mandati qui per questo motivo e quindi stiamo facendo il nostro dovere per il Molise”.

Se per i numeri basterebbe l’ospedale unico, per il governatore Toma, invece, l’impostazione del Piano sanitario è tutta da rivedere. Tanto che, quando ha abbandonato l’aula per collegarsi in videoconferenza con Roma, con la Commissione sanità della Conferenza delle Regioni, ha chiesto la deroga al Decreto Balduzzi per il Molise. “Altrimenti non firmo il Patto per la salute”, ha detto questa mattina e ha ribadito oggi pomeriggio, chiedendo la parola in apertura della seduta monotematica del Consiglio regionale, richiesta dal M5s.

“Quello che faremo per la sanità molisana – ha precisato Toma – lo decideremo dopo, anche in quest’aula, se vogliamo cioè puntare su un ospedale Dea di secondo livello a Campobasso, come chiedo io, o se seguire la via dell’ospedale Dea di primo livello potenziato, come dicono altri. Ma ora è prioritario avere la deroga al Balduzzi, per poterci riappropriare della possibilità di programmare che ci è stata sottratta in questi anni”.

Parole sulle quali si è registrata l’apertura sia del Pd, con Vittorino Facciolla, che del M5s, con Angelo Primiani, tanto che la riunione è stata interrotta per valutare la possibilità di mettere a punto un documento condiviso.

“Se io avessi l’unanimità – ha precisato in proposito Toma – la mia posizione nei confronti della Conferenza delle Regioni e del Governo sarebbe ancora più forte”. Governo a cui chiederà di prendere atto del pronunciamento della Corte costituzionale e di assegnare a lui, entro trenta giorni, il ruolo di commissario alla sanità. Mandando via i commissari, “pronti a lasciare se il Governo deciderà in tal senso”, ha dichiarato Giustini. Per poi precisare che sul disavanzo accumulato negli anni dal Molise, in Piano di rientro dal 2007, “la struttura commissariale non c’entra nulla, se non aiutarvi a uscire da questo impantanamento ed evitare ulteriori aggravi nel futuro”.

Anche in questo caso tra governatore e commissari posizioni agli antipodi. ”Ho chiesto sempre in Commissione sanità – le parole di Toma – l’inserimento di una clausola per la quale gli eventuali debiti creati dai commissari nominati dal Governo saranno pagati dallo Stato, che li ha nominati, e non dalle Regioni”.

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