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Isernia, chiesti 4 rinforzi per il Pronto Soccorso: ma la risposta è il silenzio generale

Medici e infermieri costretti al superlavoro con l’avvicinarsi delle festività natalizie. Nessuna certezza fornita dai vertici Asrem e continua il caos legato alla chiusura della Neurofisiopatologia


ISERNIA. Quattro unità in più per dare manforte. Queste le richieste fatte pervenire all’Asrem da medici e operatori del Pronto Soccorso di Isernia, stremati da turni massacranti dovuti alla carenza di personale. Lo scorso 28 novembre la proclamazione dello stato di agitazione sindacale, con la richiesta ufficiale di 2 unità del 118 da poter gestire direttamente da parte del reparto di emergenza e 2 unità infermieristiche, visto che presso l’ospedale Veneziale manca anche un addetto di ruolo al Triage, con l’infermiere di turno costretto a raddoppiare le mansioni a seconda delle esigenze.

A metà settimana il primario facente funzioni del Pronto Soccorso, Lucio Pastore, ha incontrato i vertici dell’Azienda sanitaria regionale, ma almeno in prima battuta non sarebbe pervenuta alcuna risposta certa, anzi. Silenzio generale e incertezza più assoluta, in considerazione del fatto che il commissario straordinario Asrem Maria Virginia Scafarto è in scadenza il 31 dicembre. Dunque, decisioni auspicabilmente dirompenti non potranno certo essere prese dalla manager campana; sarà invece il nuovo direttore generale di prossima nomina da parte del presidente della Regione Toma a dover procedere, eventualmente ci sia possibilità – e volontà – di dare respiro agli operatori del reparto, costretti a lavorare in condizioni che stridono col concetto di dignità professionale, senza giri di parole.

Una situazione cui corrisponde, ovviamente, una scarsa qualità dei servizi erogabili ai pazienti, in un periodo, come quello festivo che si avvicina, dove il lavoro aumenta e la necessità di turnazioni e ferie si fa più stringente per medici e infermieri, già stressati dal superlavoro.

La contrattazione sindacale con l’Asrem, in ogni caso, riprenderà quanto prima e non è escluso che si possa dar luogo a iniziative di protesta eclatanti. Anche in virtù delle recenti novità che hanno interessato il Veneziale: dopo la chiusura del reparto di Neurofisiopatologia, infatti, per il trattamento dell’ictus l’ospedale di riferimento è diventato il ‘Cardarelli’ di Campobasso, dove dal 2 dicembre scorso è operativa la Stroke Unit.

Per i malati neurologici o per chi viene colpito da ictus, ischemie o epilessie, dopo la stabilizzazione a Isernia si profila il trasferimento a Campobasso, per effettuare la visita specialistica e per l’eventuale ricovero, sperando nella disponibilità di un posto letto. Altrimenti, altro trasferimento al Neuromed di Pozzilli o, peggio, in strutture ospedaliere di fuori regione. Ad aggravare la situazione, la mancanza di disposizioni scritte su come gestire eventuali pazienti neurologici. Comunicazioni relative alla logistica, che sarebbero dovute arrivare dai vertici dell’Asrem, non risulterebbero ancora pervenute.

Problemi che riguardano naturalmente anche il 118, accentuati dal fatto che l’apparecchio per la telemedicina, che dovrebbe servire a gestire le emergenze pur in assenza del reparto, è presente in ospedale ma non è ancora operativo. Caos e disservizi dunque: alla faccia dei tartassati cittadini molisani.

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