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Cis Molise, i dubbi della Fanelli: negate le mie richieste di accesso agli atti

La consigliera regionale dem vuole conoscere i criteri di valutazione dei progetti ammessi a finanziamento, specie all’indomani della reimmissione in graduatoria della privata Ecomont, ma denuncia ‘scarsa collaborazione’ da parte di Regione e Invitalia. E promette battaglia


CAMPOBASSO. Intende conoscere i criteri di valutazione dei progetti ammessi a finanziamento nel Contratto Istituzionale di Sviluppo per il Molise. Ma ritiene di essere ostacolata, in tal senso, da Regione e addirittura da Invitalia. A parlare è la consigliera regionale dem Micaela Fanelli che preannuncia che non si arrenderà.

“In che modo sono stati valutati – incalza – i progetti che hanno ottenuto i finanziamenti previsti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo per il Molise? Sulla scorta di quali criteri? E quali sono stati i singoli giudizi espressi dai soggetti preposti alla valutazione? L’ho chiesto, per le vie brevi, alla Regione Molise e a Sviluppo Italia e niente. Allora ho proceduto ad una formale richiesta di accesso agli atti. E ancora una volta, entrambi, hanno risposto picche, negando così la possibilità di conoscere come sono andate le cose nelle segrete stanze. Toma, arrampicandosi sugli specchi, ha risposto che il punteggio finale e la relativa graduatoria sono stati stilati da Invitalia (sorvolando nel fornire i singoli giudizi espressi dalla Regione Molise).

Peggio, – ancora Fanelli – Invitalia ha respinto la mia istanza affermando che un consigliere regionale non ha potere di controllo né di vigilanza sulla loro attività amministrativa.
Combinando le due risposte, appare lampante come né un semplice cittadino interessato a sapere come siano spesi fiumi di denaro pubblico, né un rappresentante delle istituzioni che vuole esercitare il doveroso controllo, possono ‘avere le carte’ e capire come siano andate davvero le cose.
E nel frattempo, il Tar riammette una ditta privata, la Ecomont, per decine di milioni di euro, senza possibilità di conoscere le diverse fasi di valutazione. Che fine hanno fatto in Italia e in Molise i valori (e gli obblighi) di chiarezza e trasparenza? Perché si continuano a non fornire i documenti? Chi, come e perché ha selezionato alcuni progetti, escludendo tutti gli altri? Nessuno lo può e lo deve sapere, secondo loro.
Eppure, non è così – avverte – perché se pensano di aver posto una pietra tombale sulla questione, si sbagliano di grosso”.

 

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Alessandra

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