Isernia, il vescovo Cibotti lancia l’appello salva ospedale: non vengano meno altri reparti

Il j’accuse alla politica e l’esortazione ai fedeli a combattere pacificamente per la salute giungono durante l’omelia della messa di Natale in Cattedrale. IL VIDEO

ISERNIA. Una preghiera per la sanità, per la salvaguardia dell’ospedale Veneziale giunge direttamente dal vescovo della diocesi di Isernia-Venafro nel giorno di Natale.
Durante la messa di mezzanotte in Cattedrale, infatti, monsignor Camillo Cibotti ha esortato i fedeli a “programmare una lotta pacifica, con le armi della non violenza e del dialogo”.
Nel corso dell’omelia il pastore ha, di fatto, perorato la causa della difesa della salute messa a repentaglio dal potere, dalla politica. E lo ha fatto senza mezzi termini.
“Dobbiamo combattere la sfiducia, – ha detto – specie in questa terra assediata dalla paura del futuro. Dobbiamo anche combattere la possibilità che la nostra vita sia minata alla base, nelle strutture costruite proprio per la vita e che vengono a mancare per giochi politici che annullano la persona. La questione della sanità – ha affermato a viso aperto – ci preoccupa e ci assilla. Ma noi dobbiamo riscoprire la nostra appartenenza […] Questo Natale è ancora un Natale dove bisognosa programmare una lotta pacifica, con le armi della non violenza e del dialogo per riscoprire la nostra dignità di persone […] Dobbiamo avere la speranza nel futuro”.

Ma è nei saluti finali che l’esortazione si è fatta più accorata e mirata. “Pregate per Isernia, – ha incalzato Cibotti – per la nostra sanità. Perché all’ospedale Veneziale non vengano meno altri reparti; affinché la cittadinanza non sia privata degli elementari mezzi per poter vivere. Impegniamoci a far sentire la nostra voce: non tolgano l’emodinamica dal reparto di Cardiologia, che si possa avere nel momento critico dell’infarto qualcuno che ci venga a salvare la vita. Togliere questi salvavita significa che non interessa più delle persone. Pregate per questo. Non intendiamo fare rivoluzioni, – ha concluso l’accorato appello – ma vogliamo far sentire la nostra voce”.

GUARDA IL VIDEO DEI SALUTI FINALI 

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