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Messo all’angolo per il post sul Duce, l’assessore Di Stefano si dimette

L’ex esponente della giunta comunale di Montenero di Bisaccia lascia ma precisa: vittima di ‘pregiudizio di fascismo’


MONTENERO DI BISACCIA. Alla fine ha ceduto, rassegnando le sue dimissioni. L’assessore alla Cultura del Comune di Montenero di Bisaccia, Massimo Di Stefano, finito nell’occhio del ciclone per un post su facebook recante una nota espressione che fu del Duce Benito Mussolini, ha rimesso le deleghe, ‘raccogliendo’ l’invito dell’amministrazione che dallo stesso aveva preso le distanze.
A nulla è valsa la rimozione del post. Troppo tardi, per una polemica già scoppiata. Di Stefano lascia e in una nota stampa spiega le sue ragioni. Citando Giovanni Leone, la prima Repubblica e poi Einstein, si ritiene vittima di “pregiudizio di fascismo”.
per le ‘scomode’ esternazioni rilasciate sui social. Post rimosso, quando ormai era troppo tardi.
“Avevo circa otto anni quando il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, fu costretto alle dimissioni da una giornalista e scrittrice, successivamente condannata per calunnia, e da alcuni parlamentari […] scrive Di Stefano – Non voglio certo paragonare gli Uffici di un assessorato locale a quello della massima carica istituzionale italiana e men che meno la mia modesta persona ad un Capo di Stato, ma non appaia fuori luogo rammentare che Giovanni Leone, nel corso della prima Repubblica, fu pressoché l’unico presidente alla cui elezione concorsero i voti di un partito al tempo considerato neo fascista.
Albert Einstein diceva: ‘E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio’.
È innegabile che il pregiudizio di fascismo, verso gli uomini della destra democratica, e in generale verso tutti quelli che tengono a un certo contegno politico-amministrativo, è talmente forte che nessuna giustificazione appare plausibile […] Questo è successo a me. Non sono stato accusato con argomentazioni sulle mie attività d’ufficio, sempre ispirate alla correttezza sostanziale ed amministrativa: taluni, non avendo argomenti, mi hanno attaccato per una innocua frase, peraltro subito rimossa. In molti hanno capito che questo meccanismo infernale, alla fine, – ancora l’ormai ex assessore montenerese – si ritorcerà contro chi lo ha escogitato e alimentato, poiché tutti sanno che ho cercato di dare il massimo contributo, affinché questa maggioranza potesse realizzare il programma presentato ad inizio mandato […] Ovviamente non ho commesso neanche lontanamente apologia o tentata ricostruzione del fascismo e le mie dimissioni devono intendersi solo ed esclusivamente con finalità di tutela dell’ Ufficio di Assessore comunale che ho ricoperto con disciplina ed onore, in ossequio ai dettati della Costituzione democratica italiana […].
Pertanto, con la presente intendo rassegnare, come rassegno, le dimissioni da assessore comunale, rimettendo nelle mani del sindaco le deleghe a me conferite, in quanto ritengo non esistano più le condizioni per poter esercitare tranquillamente e in piena autonomia le funzioni a me demandate”.
Poi la chiosa, con appello/avvertimento all’amministrazione: “Mi aspetto che sindaco e colleghi di giunta e maggioranza si dissocino pubblicamente da una campagna strumentale, che proviene da una parte politica per scopi elettorali: non dimentichiamo che fra pochissimi mesi saremo chiamati alle urne e che questa incresciosa vicenda potrebbe incidere nell’esito del risultato…in un senso o in un altro”.

 

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