Sanità, il paradosso dei turni aggiuntivi: più costi e reparti ancora nel caos

Per colmare i vuoti la spesa sanitaria lievita a dismisura, ma il servizio all’utenza non migliora per davvero: Pronto Soccorso allo sbando e anestesisti ridotti all’osso


CAMPOBASSO. Prestazioni aggiuntive per coprire i buchi nella sanità molisana: ma davvero l’unica soluzione praticabile al momento dall’Asrem è la meno ‘dolorosa’ per il sistema sanitario regionale? L’emergenza nei reparti semi sguarniti di camici bianchi, com’è noto, vanifica ogni tempistica professionale. Basti pensare al Pronto Soccorso di Isernia, dove si opera con 7 medici su 11 (di cui uno a mezzo servizio per motivi di salute). E dove il Triage, servizio di natura amministrativo-infermieristica autonoma, viene gestito assorbendo in pieno un infermiere, chiamato a fare il ‘doppio turno’ tra assistenza ai malati e lo smistamento dei pazienti tra i vari codici di accesso. Di questi giorni, del resto, è la notizia del rinvio a giudizio del primario, il dottor Lucio Pastore, per la morte di un’anziana per sopraggiunto arresto cardiocircolatorio a causa di presunti ritardi nello svolgimento degli accertamenti. Ma il dirigente medico non si è certo nascosto, ricordando di aver dovuto lavorare fronteggiando 30 pazienti in due medici e un portantino: una situazione denunciata a più riprese agli organi competenti – Asrem, procura, prefettura – ma invano. E che non accenna a migliorare: proprio in queste ore risultano in attesa di posto letto due pazienti con pancreatite, di cui uno a rischio vita, senza che si possa dare loro la risposta –immediata – che meritano.

A tutto ciò, si aggiunge la necessità di dover far funzionare anche il Pronto Soccorso di Agnone, che con i propri medici non riesce a garantire i turni di notte. Non una passeggiata, visto che solo pochi giorni fa è andato in pensione anche il dottor Giovanni Di Nucci, primario dell’unica Unità operativa complessa esistente, Medicina. Eppure, i numeri degli accessi, stando a fonti ospedaliere, sarebbero tali da giustificare piuttosto una postazione di primo intervento col 118 – ferma restando la situazione orografica di Agnone che non consente certo la celerità dei trasferimenti in ambulanza – anche in considerazione del fatto che nell’ospedale Caracciolo è rimasto ben poco, come Laboratorio e Radiologia, e i pazienti che necessitano di determinate specialistiche si trovano giocoforza costretti a essere smistati a Isernia o altrove. Il risultato è che si arrivano a spendere anche 500 euro lordi a notte in più per ogni singolo medico che, su base volontaria, accetti di prestare la propria forza lavoro oltre le 38 ore settimanali da contratto per un massimo di 10-12 ore al dì. E non è da escludere che, in ogni struttura ospedaliera, ci sia più di qualcuno che, nonostante la propria specialità professionale non sia tale da poter sopperire più di tanto alle carenze mediche effettive proprie di un Pronto Soccorso, si presti a fare i turni aggiuntivi per motivi squisitamente economici. Insomma, il rimedio adottato in mancanza di concorsi – tra l’altro finora andati deserti – e di certezze, sembra essere peggio del male. In termini di aggravio di spesa e di funzionalità dei reparti. Al commissario straordinario Asrem Maria Virginia Scafarto il compito di provare a mettere ordine. Ammesso che non sia già troppo tardi.

Intanto, martedì 4 febbraio, la stessa Scafarto incontrerà gli anestesisti in servizio negli ospedali della provincia di Isernia per un tavolo di conciliazione. Anche qui, la questione è quella delle prestazioni aggiuntive che l’Asrem, a quanto pare, non intenderebbe continuare a pagare, nonostante gli specialisti in questione siamo chiamati a fare gli straordinari praticamente ogni giorno, visto l’esiguo numero.

Pba

 

Per ricevere le nostre notizie su Whatsapp, invia al numero 3288234063 un messaggio con scritto “ISCRIVIMI”. Ricordati di salvare il numero in rubrica! Iscriviti al nostro gruppo Facebook ufficiale