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Coronavirus, si accende la speranza: per la cura risulta efficace il farmaco contro l’Ebola

L’indicazione giunge dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Trattati con il Remdesivir i pazienti guariti allo Spallanzani. Stessa terapia per i malati in Lombardia. Intanto ai nastri di partenza i test sul vaccino, che non sarà però disponibile prima di un anno


La notizia ha già fatto il giro del mondo: dagli Stati Uniti arriva il vaccino per il Coronavirus. Ma si tratta al momento di un lotto sperimentale che sarà testato – riferisce Il Giornale – da poche coraggiose cavie: 25 soggetti sani e ben pagati che a primavera si sottoporranno a test clinico presso l’Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive. I primi risultati potrebbero così essere disponibili tra luglio e agosto, tuttavia per ‘contare’ su una cura vera e propria ci vorrà almeno un anno.

Ma una iniezione di fiducia arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità che, nelle linee guida sulle terapie da somministrare a pazienti con Covid-19, indica la possibilità – tutta da verificare e rilanciata da Margherita De Bac sul Corriere della Sera – di utilizzare il farmaco Remdesivir, un antivirale prodotto dall’azienda americana Gilead Sciences, studiato per il virus Ebola ma che sembrerebbe funzionare anche contro il nuovo coronavirus.

“Potrebbe essere la soluzione”: ha affermato il capo missione in Cina dell’Oms, Bruce Aylward. Il remdesivir è stato utilizzato anche nei tre pazienti curati allo Spallanzani e guariti, ossia i due coniugi cinesi ammalatisi durante la vacanza in Italia, ricoverati nell’ospedale romano appena arrivati a Roma, e il ricercatore emiliano rimpatriato assieme ad una sessantina di italiani dalla Cina. I malati della Lombardia sono trattati con la stessa cura.

Pertanto, – si legge ancora sul CorSera – Nicola Petrosillo, direttore del dipartimento clinico e di ricerca sulle malattie infettive dello Spallanzani, avanza le prime valutazioni positive: “I nostri tre casi non possono fare letteratura. Però è una terapia molto promettente, senza effetti collaterali di rilievo. Perché un antivirale studiato per un virus differente è attivo anche contro il nuovo agente infettivo? Sono molecole capaci di agire su determinati meccanismi, comuni ai virus. In questo caso la terapia interviene bloccando la replicazione virale all’interno della cellula”.

 

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