Annunciata la richiesta di controli severissimi sul rispetto della salute dei lavoratori costretti a rimanere in fabbrica e una moratoria contro gli esuberi.
TERMOLI. Il Decreto della Presidenza del Consiglio, approvato l’11 Marzo scorso, ha proclamato il blocco di molte attività eccetto quelle essenziali. Lo stesso decreto ha lasciato libero arbitrio alle aziende produttive sulla decisione di chiudere le attività per gestire l’emergenza da Coronavirus. “Una scelta inconcepibile .- secondo la Fiom Cgil Abruzzo e Molise – perchè mette a rischio la sicurezza di decine di migliaia di lavoratori e propri familiari”. Per questo l’Organizzazione Sindacale ha proclamato lo stato di agitazione degli operai metalmeccanici di tutti i settori nelle due regioni.
Una decisione motivata dallo stato di confusione che ha finito per creare un atteggiamento dicriminatorio, come nel caso della Fca che ha comunicato ieri il fermo temporaneo di alcuni stabilimenti industriali come quelli di Pomigliano, Cassino, Melfi e la Sevel in Val di Sangro, escludendo da tale decisione lo stabilimento di Rivolta del Re a Termoli e suscitando la rabbia degli stessi operai.
La Fiom Cgil ha lanciato quindi un appello al governo centrale e ai governi delle regioni Abruzzo e Molise allo scopo di “tutelare la salute di quei lavoratori che non possono fermarsi per la delicatezza dell’attività svolta, attraverso rigorosissimi controlli e disposizioni di sicurezza, e per tutti gli altri di dare l’indicazione di fermarsi per ragioni di emergenza pubblica”. La proposta è anche quella di una moratoria contro i licenziamenti insieme all’estensione degli ammortizzatori sociali.
Il Sindacato ha concluso annunciando che “qualora le condizioni di sicurezza non fossero previste o attuabili, verrà proclamato lo sciopero generale a tutela della salute di tutti i lavoratori”.
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