Mentre con il passare delle ore i casi di contagio in Molise stanno aumentando in modo preoccupante, tuttora sono 46, continuano gli appelli al governatore Toma a riaprire subito gli ospedali di Larino e Venafro. La sensazione è che il tempo a disposizione stia ormai per scadere e che il piano per l’emergenza predisposto dall’unità di crisi permamente contro il Covid-19 potrebbe non sortire gli effetti sperati
CAMPOBASSO. Con la progressiva diffusione del contagio da Covid-19 in Molise, dove i casi di positività accertata hanno raggiunto le 46 unità, e le crescenti difficoltà per le poche strutture ospedaliere attive sul territorio regionale, sono sempre più numerosi gli appelli al governatore Toma affinchè si riaprano nel più breve tempo possibile i nosocomi di Larino e Venafro e si dotino le due strutture del personale medico e infermierstico necessario.
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Di questo avviso è anche la Cgil Molise che per voce del segratario generale Paolo De Socio giudica “possibile, alla luce delle misure messe in campo dal governo centrale, la riapertura degli ospedali di Larino e di Venafro; strutture che attraverso interventi straordinari e mirati, potrebbero rappresentare un valido supporto non solo all’emergenza determinata dalla diffusione del coronavirus in Molise ma all’intero sistema sanitario che – conclude De Socio – mai come in questo momento deve poter garantire il diritto universale alla salute”.
Sul tema interviene nuovamente anche l’associazione Giuseppe Tedeschi, che in una nota si sofferma sulla necessità di “potenziare la qualità e quantità dei posti letto e dei macchinari da impegnare per far fronte all’emergenza, guardando in particolare all’ospedale di Larino, già dotato di alcuni macchinari e di una camera iperbarica”. L’associazione chiede anche di salvaguardare la sicurezza e la salute di medici e infermieri, esposti in questi giorni al serio rischio di contagio.
“Chi mette le mani su una persona per curarla – scrivono le rappresentanti Lidia De Sanctis e Roberta Iacovantuono – deve essere certo di stare bene e non può restare privo di dispositivi individuali di protezione indispensabili. Ciò che è accaduto in queste settimane in Molise ci conferma la necessità di apportare rapidi correttivi sia per tutelare i medici del 118 e delle strutture ospedaliere, che i ricoverati, il personale diretto e esterno, e le loro famiglie.”
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