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Fabbriche aperte ad oltranza, Roberti scrive al Premier: “Il rischio è troppo alto”

Le proteste annunciate in questi giorni hanno suscitato le prime reazioni da parte delle autorità poltiiche e amministrative del territorio molisano. In una lettera aperta indirizzata al Presidente del Cosiglio dei Ministri Conte, il vertice di Palazzo Magno e primo cittadino di Termoli Roberti, unitamente ad altri novanta sindaci molisani che hanno sottoscritto il documento, ha chiesto la chiusura immediata della Fca e delle industrie che non producono beni di prima necessità. “Senza questo provvedimento atteso – è la denuncia del Presidente della Provincia di Campobasso – ogni sforzo compiuto risulta vanificato in partenza”


CAMPOBASSO. Proprio ieri era stato tirato in ballo dal portavoce del Sindacato Operai Autorganizzati Andrea Di Paolo sulla vicenda, alquanto paradossale, della mancata chiusura dello stabilimento Fca di Termoli, unico in Italia lasciato aperto dei vertici della multinazionale del settore automobilistico, e delle altre aziende che operano nel nucleo industriale di Termoli. 

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Per tutta risposta oggi il presidente della Provincia di Campobasso e sindaco della cittadina adriatica Francesco Roberti ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta indirizzata al capo del governo Giuseppe Conte. Il suo è un autentico grido d’allarme in relazione alla perdurante apertura di quegli stabilimenti industriali che non producono beni di prima necessità e che stanno mettendo a serio rischio la salute dei numerosi lavoratori occupati. 

“Consapevole del crescente numero di contagi e della necessità di ridurre i contatti interpersonali, ritengo – scrive Roberti – che la mia funzione di rappresentanza, unita a quella dei sindaci di tutto il territorio, debba esplicitarsi altresì nel segnalarvi le perplessità e le preoccupazioni manifestateci quotidianamente dalla popolazione dell’intero territorio della Provincia di Campobasso. 

La sospensione delle attività didattiche, la chiusura di bar, ristoranti e varie attività commerciali, i sacrifici economici delle piccole imprese locali risultano  vanificati dalla simultanea apertura di fabbriche ed impianti industriali che producono beni non di prima necessità.

In particolare – spiega il il numero 1 di Palazzo Magno – sono rammaricato nel dover evidenziare le paradossali situazioni in cui vivono quotidianamente, con grande ansia, molte famiglie, le quali, se da un lato si vedono giustamente imposto l’obbligo di mantenere a casa i propri figli invece di mandarli a scuola, d’altro canto vedono però richiesto ai genitori di recarsi a lavorare in fabbrica, nelle quali si creano grandi assembramenti con il rischio elevato di ritrovarsi contagiati.

La Provincia di Campobasso vede buona parte della propria economia fondarsi sulle attività produttive delle numerose industrie presenti nel Nucleo Industriale di Termoli. In questo insieme di industrie assai rilevanti, tra le quali spicca la grande fabbrica della FCA, e con esse tutto l’indotto, unitamente ad importanti industrie chimiche che impiegano ugualmente un numero cospicuo di lavoratori, si continua quotidianamente ancora a lavorare come nulla fosse, nonostante le perplessità espresse dai rappresentanti dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro, così forti tanto da indurli a proclamare scioperi, spesso anche spontanei, al fine di poter garantire a tutti il rispetto del dovere nonché il legittimo esercizio del diritto di “restare a casa”.

Pertanto, in considerazione anche delle misure economiche recentemente adottate dal governo, ritengo necessario  adottare – conclude Francesco Roberti – provvedimenti adeguati al fine di tutelare la salute di tutti i nostri lavoratori e delle rispettive famiglie, presso le quali quotidianamente ritornano dopo il turno di lavoro”. 

La missiva porta in calce la firma di una novantina di sindaci molisani; una prova di unità che si spera possa incidere sulle decisioni del governo centrale e sul silenzio assordante dei vertici delle aziende chiamate in causa. 

 

Davide Vitiello

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