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Olimpiadi rinviate per Maria Centracchio, l’intervista alla judoka isernina

Nel suo ritiro forzato, l’atleta non si perde d’animo: “ Di fronte a un problema di tale caratura lo sport passa in secondo piano. Restate a casa”


di Camillo Pizzi

ISERNIA. Il 2020 poteva essere l’anno del primo atleta o, meglio, della prima atleta isernina a partecipare ad una Olimpiade. Ma l’emergenza-Coronavirus ha, per ora, solo frenato le ambizioni di Maria Centracchio, judoka in forza al gruppo sportivo delle Fiamme Oro, che con i risultati conquistati nell’ultimo biennio era davvero ad un passo dalla convocazione per la maglia azzurra nella categoria -63 Kg per i Giochi di Tokyo, spostati dal Comitato Olimpico Internazionale al 2021.
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Ma, raggiunta telefonicamente nel “ritiro forzato” nell’abitazione di Isernia, le sue parole non lasciano trasparire delusione per il rinvio, consapevole del momento drammatico che sta sconvolgendo il pianeta e che fa passare in secondo piano ogni altro avvenimento.
“Onestamente non credo che questa sia una delusione; le Olimpiadi ci saranno, solo un po’ più tardi, ed io farò di tutto per farne parte e rappresentare la mia città con onore. Infatti credo che la decisione del CIO, seppur sofferta, sia quella giusta. Di fronte ad un problema di tale caratura sicuramente lo sport passa in secondo piano. E penso anche che – afferma la figlia del maestro Bernardo – spostarle di un anno sia stata la scelta migliore, perché obiettivamente non sappiamo quando tutti i paesi usciranno da questa crisi. L’Italia è nel pieno dell’emergenza ora, ma in alcuni paesi ancora si è solo all’inizio”.
Però, a questo punto, devono per forza mutare non solo i programmi, ma anche la preparazione che si “allunga” di altri dodici mesi. E poi, bisognerà vedere se il ranking (la classifica stilata in base ai risultati raggiunti e grazie alla quale ad oggi sarebbe sicura della convocazione) verrà “congelato” o i giochi si riapriranno. Ma questa seconda ipotesi non sembra preoccupare più di tanto l’atleta molisana.
“Attualmente l’IJF, la federazione internazionale, ancora non si è pronunciata rispetto al discorso qualificazione. Quindi al momento posso solo aspettare e in seguito fare fronte agli eventuali cambiamenti. In ogni caso – continua la Centracchio –, qualunque novità dovesse esserci, sarò pronta ad affrontarla per raggiungere il mio obiettivo, che non è svanito, ma è solo stato prorogato”.
Obiettivo che diventa davvero “grosso” se pensa alle gare dei Giochi a cinque cerchi e a quelli che potevano essere i risultati. “Ovviamente in ogni gara che affronto il mio obiettivo è vincere. Per cui questo discorso vale anche per le Olimpiadi”.
Sono giorni questi in cui è assolutamente necessario stare in casa. Per un atleta è difficile resistere, ma la judoka pentra non si cruccia più di tanto.
“Se non ci fosse stata questa emergenza, il mio programma di questo periodo avrebbe previsto allenamenti mirati e partecipazione ad alcune gare di preparazione. Comunque, in questi giorni sono fortunata, perché sto passando questa specie di quarantena con mio fratello (Luigi, grande promessa del judo italiano e non solo – n.d.r.); quindi possiamo allenarci insieme, sempre nel rispetto delle regole dal Governo. Di certo mi manca, oltre allo sport, soprattutto non poter avere contatti con le persone che fanno parte della mia vita, oltre i miei genitori e a mio fratello”.
Per finire un pensiero non può mancare sullo stato d’animo di una atleta che è prima di tutto una donna che sta vivendo un periodo molto particolare della sua vita. Guardando, comunque, con fiducia al futuro.
“E’ inutile nasconderlo: sono molto preoccupata, sia per la lunghezza di questo periodo sia per quello che accadrà una volta finito. Ma purtroppo adesso l’unica cosa da fare è stare a casa. Quando sarà il momento sapremo tutti rimboccarci le maniche e tirarci su”, aggiunge Maria Centracchio che conclude la chiacchierata con un appello che si unisce ai tanti lanciati anche dagli sportivi in questi giorni: “Adesso è importante più che mai essere tutti uniti in questa lotta, RESTANDO A CASA!”. 

 

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