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Coronavirus, Toma illustra il piano Molise. Mancano i macchinari: arrivati solo 7 dei 50 respiratori chiesti

Quest’ultimo dato riferito dal sottosegretario Quintino Pallante, incaricato di coadiuvare il presidente della Giunta nell’emergenza Coronavirus


CAMPOBASSO. Un piano in quattro fasi, per combattere l’emergenza Coronavirus evitando che sfondi in Molise. Dove pure i contagi nell’ultima settimana sono aumentati, arrivando a quota 132, dato di stamani. Un piano che il governatore del Molise Donato Toma ha illustrato oggi n Consiglio regionale, nella seduta monotematica in videoconferenza – ma qualche consigliere era presente a Palazzo D’Aimmo – presieduta da Salvatore Micone e convocata su richiesta dei dem Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli e degli esponenti di centrodestra Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Mena Calenda.

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Nel suo intervento Toma ha riferito che in Molise sono stati eseguiti 953 tamponi, 821 dei quali negativi, mentre 132 sono positivi (dato di questa mattina, al momento sono già 134); 26 pazienti risultati positivi al virus sono ricoverati nell’Hub Cardarelli, 17 sono ricoverati in Malattie infettive e 9 in Terapia intensiva; 87 persone sono in isolamento, 72 persone asintomatiche e 15 dismesse dagli ospedali; 174 soggetti sono sotto sorveglianza; 3 pazienti risultano guariti; i deceduti sono 9; i pazienti positivi presso il Neuromed sono 9.

Un picco di contagi, ha riferito il governatore, si è evidenziato intorno al 26 marzo, poi una diminuzione dei ricoveri, tanto che al momento la crescita del contagio sembrerebbe frenata. “Un risultato che si è potuto registrare – ha dichiarato il presidente – grazie alle misure di distanziamento sociale adottate sul territorio; misura che sembra essere il principale strumento per far rallentare e poi sconfiggere il virus. I prossimi 10-15 giorni saranno molto importanti per comprendere l’evolversi della situazione”.

Resta la necessità di effettuare più tamponi, questa la richiesta del dem Facciolla e di diversi altri consiglieri dei vari gruppi politici. Un aumento di test, ha risposto il governatore, che è già iniziato, partendo dagli operatori sanitari e dagli anziani ospiti delle case di riposo. I soggetti più a rischio.

“Ma non è possibile andare oltre i 200 tamponi al giorno, facendo lavorare a pieno ritmo il laboratorio analisi del ‘Cardarelli’, ha riferito il sottosegretario Quintino Pallante, incaricato di supportare il governatore e l’unità di crisi regionale nell’emergenza Coronavirus. “Servono dispositivi di sicurezza e macchinari – ha riferito ancora Pallante – abbiamo chiesto 15mila mascherine al giorno e finora ne abbiamo ricevute 80mila, a fronte delle 400mila necessarie. Stessa cosa per i respiratori, ce ne sono stati consegnati 7, oltre a quelli arrivati grazie alle iniziative di solidarietà, contro i 50 richiesti. Ci hanno però assicurato che la consegna è imminente”.

Non è mancata la polemica politica. A partire da quella del capogruppo del M5s Andrea Greco, che ha accusato il governatore Toma di aver sbagliato tutta la strategia messa in campo. Anche la tardiva nomina del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza epidemiologica da Covid 19, che ora c’è. E che è composto dal professor Giancarlo Ripabelli, Ordinario di Igiene generale e applicata presso il Dipartimento di Medicina dell’Unimol, coordinatore e, dai dottori Felice Di Donato e Nicandro Buccieri, rispettivamente esperti di epidemiologia e medicina legale.

L’altra polemica, sollevata fuori e dentro il Consiglio, è quella sull’incertezza della riapertura degli ospedali di Larino e Venafro, sulla quale lo stesso Toma si era espresso in prima battuta. E sul coinvolgimento dei privati accreditati Gemelli e Neuromed, previsto solo per la quarta fase se le strutture pubbliche saranno saturate, con la disponibilità delle strutture più piccole ad accogliere pazienti non Covid. Tutti scenari contemplati nella proposta operativa del Piano, la cui emanazione tocca comunque al commissario ad acta Angelo Giustini. Pur nello stimolo fornito dal presidente della Regione alle decisioni assunte dall’Asrem. In quello che è un conflitto di competenze, o meglio di opinioni, evidente pure in piena emergenza sanitaria.

 

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Carmen

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