Il gruppo politico Termoli Bene Comune, rappresentato in consiglio comunale da Marcella Stumpo, ha presentato una istanza al tribunale di Larino per evidenziare le anomalie e le contraddizioni della gestione dell’emergenza sanitaria in regione, paventando il pericolo a cui sono esposti oltre 110 mila cittadini del basso Molise

TERMOLI. Il collettivo politico e il gruppo consiliare “Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra” ha presentato un esposto alla Procura in merito alla gestione dell’emergenza coronavirus in Molise.

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“Abbiamo innanzitutto rappresentato – dichiara la consigliera comunale Marcella Stumpo – la vicenda dell’ospedale San Timoteo chiuso al pubblico per sanificazione dal giorno 5 marzo e parzialmente riaperto il 18 marzo per le sole urgenze. Ciò non assicura ovviamente il pieno diritto di cura ai cittadini, poiché esclude ogni attività di controllo, di ambulatorio e le prestazioni non urgentissime ma comunque indispensabili per la popolazione.

Va detto che l’ospedale San Timoteo non risulta ad oggi utilizzato in maniera strutturata neppure per l’emergenza Coronavirus e, per di più, va ricordato che il vicino ospedale di Vasto, pur sede di terapia intensiva per pazienti affetti da Covid 19, continua regolarmente ad assicurare accessi al pronto soccorso, ricoveri ed interventi chirurgici.

E’ stata inoltre segnalata – continua la portavoce del gruppo consiliare di minoranza – l’impossibilità di usufruire di cure routinarie nell’unico presidio a disposizione dei circa 100.000 abitanti del Basso Molise: ciò costringe la popolazione a vivere una situazione di grave ansia e impotenza, aggravata dal divieto di spostamento e dal protrarsi di una emergenza di cui non si intravede la fine e sarà causa nel medio periodo di un indubbio aggravarsi delle patologie, già riscontrato e denunciato dai medici stessi a livello nazionale a causa della diminuzione massiccia degli accessi al pronto soccorso, con ricadute economiche, psicologiche e sociali sicuramente gravi, specie in una regione come il Molise caratterizzato da un’età media alta.

Abbiamo contestualmente denunciato – spiega – il fatto che non siano state prese in considerazione le richieste ufficiali pervenute al governo regionale e all’Asrem da parte dei sindaci di ben 98 su 136 comuni molisani e di diverse associazioni e gruppi politici; richieste volte ad ottenere l’utilizzo almeno temporaneo dei presidi di Larino e Venafro per le attività giornaliere di assistenza e cura non legate all’emergenza coronavirus. Ciò – continua l’esponente del gruppo politico termolese – avrebbe consentito alla popolazione di usufruire dei servizi sanitari ai quali ha diritto in base ai Lea, non più garantiti dalle circostanze sin qui esposte”.

La Stumpo evidenzia inoltre la dubbia “legittimità del fatto che un ente privato accreditato possa offrirsi di gestire per due mesi, a proprie spese, l’ospedale pubblico di Larino per l’emergenza coronavirus, come ha fatto la Neuromed di Pozzilli.

Tale proposta, oltre che operativamente incomprensibile, risulterebbe in aperto conflitto con quanto invece richiesto da numerose amministrazioni comunali e con le necessità giornaliere di cura della popolazione”.

Si è ritenuto un atto doveroso – conclude Marcella Stumpo – questa richiesta di accertamento delle citate circostanze, le quali, oltre a creare estremo disagio a decine di migliaia di cittadini, possono costituire violazione dei diritti costituzionali alla salute, diritti assolutamente irrinunciabili, a maggior ragione considerate le attuali condizioni di emergenza.”

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