Coronavirus, presunte carenze assistenziali al SS Rosario: dal Movimento Cinque Stelle partono diffide

Rivolte ad Asrem, commissario ad acta e al Ministero della Salute, cui si chiedono le verifiche del caso. La denuncia: mancano medici di notte e i camici si lavano a casa con rischio contagio


VENAFRO. Diffida del Movimento Cinque Stelle ad Asrem, commissario ad acta della sanità e ministero della Salute in merito alla gestione dei pazienti Covid all’interno dell’ospedale Santissimo Rosario di Venafro.

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Dopo due interrogazioni, rispettivamente a Regione e al ministro Speranza, sono i consiglieri regionali Andrea Greco, Vittorio Nola e Angelo Primiani a tornare all’attacco denunciando presunte carenze assistenziali presso la Rsa.

Pertanto, l’urgente richiesta agli organi preposti di verificare la situazione.

Gravi i fatti riportati, dei quali si chiede conferma: “Si tratta di persone anziane che di notte, spesso, non vengono seguite da infermieri professionali o figure mediche, bensì solo dagli Oss (Operatori socio – assistenziali) – affermano i portavoce pentastellati in una nota – Se la struttura è una Rsa, come del resto riconosciuta dall’Asrem, è fondamentale la presenza di un infermiere professionale, oltre all’auspicabile presenza di personale medico chiamato a gestire le terapie e intervenire in caso di emergenza. A riguardo opportuno conoscere chi è il medico responsabile della Rsa nonché quello del reparto Covid, soprattutto per consentire ai familiari di avere dei punti di riferimento. Il quadro diventa assai più allarmante considerato che i pazienti sono quasi tutti allettati, solo tre, infatti, risulterebbero autonomi, ma in precarie condizioni fisiche. Quindi per alimentarsi hanno bisogno di aiuto e assistenza con un adeguato numero di Oss. A questo punto immaginabile e doveroso un appropriato numero di vassoi per servire i pasti che, tuttavia, al momento non sarebbe sufficiente”.

Ma non è tutto. “Inoltre, intendiamo conoscere se è vero che i sanitari sono costretti a lavare a casa la divisa indossata durante le ore di lavoro, – proseguono i consiglieri regionali – in quanto non è previsto un servizio di lavanderia né interno né esterno alla struttura ospedaliera, con il rischio di diffondere il contagio tra i familiari. Discorso simile vale per il personale amministrativo, che, sempre all’interno del SS Rosario, non è opportunamente separato dal personale a stretto contatto con i pazienti positivi. Non è chiaro – ancora – se la biancheria dei pazienti positivi al Covid-19 è abbandonata in una stanza, dove risulta collocata una lavatrice non funzionante con pesanti incognite sul modo in cui vengono sanificati gli indumenti. E restano sconosciuti i locali dove gli operatori sanitari effettuano la vestizione e svestizione, nonché dove ripongono gli effetti personali.

Infine, da verificare se il personale è munito delle apposite protezioni gambali (dispositivi di protezione individuali fondamentali per la gestione di pazienti affetti da coronavirus) o se è vero che si continuano ad utilizzare le buste per la spesa legate con dei lacci”.

Di qui l’istanza: “Nel totale rispetto della salute degli anziani ricoverati, dei loro familiari e del personale, – concludono – chiediamo che entro 48 ore vengano verificati i fatti descritti al fine di adottare opportuni e immediati provvedimenti. La nostra diffida fa seguito ad una precedente interrogazione con la quale abbiamo chiesto ad Asrem e Regione in che maniera intendevano fronteggiare l’emergenza sanitaria. Una richiesta rilanciata in ambito nazionale dal senatore Fabrizio Ortis che ha chiamato in causa il ministro della Salute, Roberto Speranza”.

 

 

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