Fase 2, sui social il programma delle riaperture: ma è l’ennesima fake news. Ecco le tempistiche reali

L’immagine, riportata con il logo Ansa per farle acquisire autorevolezza, in realtà non è mai stata diffusa dalla nota agenzia di stampa, né si basa su alcuna dichiarazione del Governo italiano – che sta invece, proprio in queste ore, ragionando sulle misure da adottare


ROMA. Circola in queste ore sui social network e sulle chat private dei soliti ‘bene informati’ un’immagine con il logo Ansa secondo la quale sarebbe praticamente deciso il nuovo programma riaperture per lo sviluppo del Paese, in seguito all’emergenza determinata dal Coronavirus. Un calendario davvero molto dettagliato, con tanto di ‘fonte autorevole’ a sostegno della cosa. L’unica pecca è che basta fare una veloce ricerca – senza neppure scomodare i fact checker professionisti – per scoprire che Ansa non ha mai pubblicato una tabella di questo tipo. E non avrebbe mai potuto, perché seppur vero che alcune di queste date con relative riprese non siano da escludere, al momento non si hanno notizie ufficiali utili a confermare queste tesi, che restano semplici chiacchiere e disinformazioni quando non vere e proprie fake news. Del resto, Ansa.com non è nemmeno il corretto indirizzo internet dell’agenzia, il cui url reale è www.ansa.it.

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Scendendo nello specifico, il programma riaperture di cui si parla, per quanto verosimile con le diverse fasi 1, 2 e 3, ad oggi non solo non è mai stato menzionato da Ansa, ma tanto meno dal Governo. In vista della Fase 2, insomma, al momento non c’è nulla di certo. La task force di palazzo Chigi sta lavorando senza sosta proprio in queste ore. L’ipotesi più accreditata è quella di una ripartenza a più velocità, dividendo il Paese in macroaree e proteggendo lo Stivale con alcune ‘zone rosse’ ad alto contagio. Resta da vedere come, in un paese dove attilio Fontana si dice pronto a riaprire il 4 maggio “se lo dirà la scienza”, mentre c’è chi come Vincenzo De Luca minaccia di chiudere i confini campani per fermare arrivi dal Nord.

I primi a vedere il semaforo verde potrebbero essere alcuni settori produttivi, a iniziare da moda e mobilifici, a fine aprile. Il 4 maggio, oltre ai parchi, potrebbe toccare anche a bar e ristoranti. Il tema è non solo quali settori riaprire, avendo come base guida le classi di rischio elaborate dall’Inail – tre categorie: bassomedio-basso, alto – ma soprattutto come consentire ai lavoratori di spostarsi in sicurezza, scaglionando gli orari sia per i turni di lavoro sia per i trasporti e incoraggiando, ove possibile, lo smart working. Si ipotizzano per i trasporti modalità di conteggio dei passeggeri e segnaletica per il distanziamento alle fermate. I primi feedback della task force, e più in generale i protocolli per le riaperture, potrebbero essere già nel weekend oggetto di un nuovo confronto tra governo e parti sociali.

Al vaglio c’è l’idea di far ripartire anche prima del 4 maggio – si parla, presumibilmente, del 27 aprile per i settori che l’Inail indica come a basso rischio: la moda, la metallurgia, i mobilifici, il settore dell’automotive. Un pressing è in corso – anche da regioni come la Lombardia – per l’edilizia, perché oggi sono aperti solo i cantieri delle grandi opere. Ma dal governo in questo caso sono più prudenti: in cantiere è difficile garantire le distanze e quindi la sicurezza degli operai. Nelle prossime ore dovrebbe riunirsi la cabina di regia, per discutere anche l’idea di gestire la Fase 2 dividendo il Paese in macroaree – Nord, Centro e Sud – a seconda dell’entità del contagio.

Pietro Ranieri

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