Fuori dal Consiglio nonostante il Reddito di residenza e l’accordo per il SS Rosario, Tedeschi non si arrende

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“Pronto a lottare per ristabilire la giustizia”. La lettera aperta con la quale l’esponente dei Popolari esprime sgomento e amarezza per quanto consumatosi negli ultimi giorni a palazzo D’Aimmo


CAMPOBASSO. Estromesso dal Consiglio regionale (insieme ad altri tre colleghi) in quello che, di fatto, si è rivelato un ‘colpo a sorpresa’ del governatore Toma, determinato ad assicurarsi i numeri per incassare in assise l’ok sul bilancio tramite l’azzeramento dell’esecutivo, parla ai cittadini elettori, non celando amarezza per quanto accaduto negli ultimi giorni a palazzo D’Aimmo.

A rompere il silenzio è Antonio Tedeschi, primo dei non eletti tra le file dei Popolari nella tornata del 2018 ed entrato in Consiglio per il meccanismo della surroga, ad oggi eliminato sempre con un ‘colpo a sorpresa’, anzi con un accordo inedito tra il presidente della Regione e il consigliere pentastellato Greco.

Tedeschi, in attesa della sentenza del Tar Molise sul ricorso presentato dallo stesso insieme a Massimiliano Scarabeo (prevista per il 13 maggio prossimo), rammenta le principali attività svolte nel ruolo ricoperto solo fino a pochi giorni fa: a partire dalla misura del Reddito di Residenza Attiva, che ha conquistato la ribalta mondiale, fino alla riattivazione dell’ospedale di Venafro mediante Accordo di confine con la Campania da inserire nel Pos, solo per citarne alcune.

E avverte: sono pronto a lottare per ristabilire la giustizia.

Ecco il testo integrale della lettera aperta:

“Per ora sono fuori dal Consiglio regionale. Parto dal dato di fatto per esprimere oggi, a mente lucida, riflessioni e considerazioni sulla vicenda che mio malgrado, e a mia totale insaputa, mi ha visto protagonista. Un circolo vizioso nel quale non avrei mai pensato di ritrovarmi come del resto, credo, tanti molisani che, in queste ore, mi stanno dimostrando vicinanza, partecipazione e solidarietà. Li ringrazio per questo e per la fiducia riposta nella mia persona, nel mio impegno e nel mio lavoro. Mai venuti meno, come la dedizione che ho profuso in ogni azione, ogni passo, ogni progetto. Dedizione che mi è costata molto cara. Si, perché in questa terra di potere, di incoerenza e contraddizioni, chi dimostra di agire per il bene del territorio e dei suoi abitanti non viene premiato, come in ogni democrazia che si rispetti. Al contrario, viene inviso, ostacolato, delegittimato. Con ogni mezzo, lecito o meno che sia, con manovre e strategie che lascio giudicare ai cittadini. Gli stessi che, sono sicuro, sapranno cogliere le opportune differenze tra chi agisce nel mero interesse personale, nell’obiettivo di conservare poltrone e privilegi e chi, invece, opera nella speranza di migliorare la propria terra, non limitandosi a guardare avanti con inettitudine, ma programmando concretamente il futuro. Penso di averlo fatto, su vari fronti. Lo dimostrano le mie battaglie a tutela dell’ambiente; il mio impegno a favore della rivitalizzazione dei nostri piccoli comuni con l’operazione “Reddito di Residenza Attiva”, che ha regalato al Molise una visibilità planetaria senza precedenti, con spazi gratuiti sulla stampa internazionale e con migliaia di richieste di trasferirsi nella nostra piccola regione provenienti da tutto il mondo; non da ultimo l’intenso lavoro per la sanità pubblica, in particolare con gli importantissimi risultati conseguiti per la riattivazione dell’ospedale SS. Rosario di Venafro. Operazioni che, probabilmente, hanno urtato la sensibilità di qualcuno, toccato le corde sbagliate. Ma non importa, resta la speranza di vedere tutti questi progetti realizzarsi, un giorno. Perché nonostante la congiura, si una vera e propria congiura, operata contro di me, alle mie spalle, non ho alcuna intenzione di arrendermi. Lo devo ai miei elettori, ai miei sostenitori, ai tanti cittadini che hanno imparato a credere in me e a fidarsi di me. Non abbandono la politica, che personalmente intendo ancora al servizio della gente. Confido nella giustizia, adesso, certo che le scorrettezze umane, prima ancora che politiche, verranno a galla. Nel 2018 mi sono candidato con il centrodestra, a sostegno della coalizione di centrodestra, accettando di giocare la partita con regole precise. Ho portato un contributo di 1300 preferenze (pari a quelle ottenute da qualche esponente che fino a qualche giorno fa sedeva addirittura in Giunta). Ma qualcuno, oggi, ha deciso di cambiare le regole del gioco nel bel mezzo della partita, con un blitz che, di fatto, ha tradito gli “amici” e premiato i “nemici”, scrivendo una delle pagine più nere della storia della nostra regione, in barba a tutti i principi costituzionali. I cittadini non lo dimenticheranno. Dal canto mio sono pronto a difendermi dal torto subito e a lottare per ristabilire quel senso di giustizia nel quale non smetterò mai di credere”.

 

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