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Coronavirus, il plasma iperimmune è la cura ‘già pronta’: la teoria che piace ai complottisti

Partiamo da un’analisi semplice. All’inizio di questo testo ci sono tutti i riferimenti per fare una verifica iniziale: Mauro Rango, medico, email e numero di telefono. Al momento, nessuno ha ancora risposto alla mail che abbiamo inviato per chiedere di rispondere ad alcune domande sulla questione (ad esempio che ci parli della Clinica Pneumologica di Padova, visto che nel suo messaggio scrive chiaro che “Privatamente, a chi sarà interessato, via email posso fornire tutta la storia e i dettagli”. Attendiamo impazienti, NdR), pur risultando esistente l’indirizzo che viene indicato nel messaggio – per quanto non ci voglia poi molto a creare un account Gmail; il numero di telefono, se si prova a chiamare, risulta staccato; e del dottor Mauro Rango non c’è traccia nell’Albo professionale dell’Ordine, né nelle liste ufficiali dei medici del Paese che lo ospita attualmente. Messa così, scritte da un autore fantasma, tutte le sue tesi perdono un bel po’ della loro già questionabile autorevolezza. Ma il buon dottore invece esiste eccome: lui stesso ha postato ieri su YouTube un video nel quale spiega – a partire dal minuto 1:30 – che lui non è un medico e non ha mai operato come dottore, ma che è invece laureato a Padova in Diritti umani alla facoltà di Scienze politiche. Successivamente, rispondendo nei commenti a un utente che gliene chiede conto, specifica di non essere un omeopata, come veniva erroneamente indicato in un documento a Rodrigues, ma di essere invece un naturopata. Un “operatore di base del benessere olistico“. E, a differenza di quello che scrive il sito Cure-Naturali, un naturopata non è un medico. Le scuole per conseguire il titolo, che non è comunque riconosciuto in Italia, sono cinque e tutte private.

Il ‘dottor Rango’ (a questo punto gli apicetti diventano d’obbligo) nel suo accorato messaggio procede per gradi, confutando punto per punto le affermazioni di Burioni. “La tecnica della Plasmaferesi – scrive – è in uso da molte decine di anni. I due responsabili della plasmaferesi a Mantova e a Pavia l’hanno appresa quasi 30 anni fa a Padova, in quella che allora si chiamava Clinica Pneumologica. Qui in Africa, dove vivo attualmente, hanno iniziato a fare la plasmaferesi dopo i primi decessi. Da quando hanno iniziato a trattare i pazienti con la plasmaferesi, in un mese si è registrato un solo decesso – parlo della Repubblica di Mauritius (controllate i dati nel sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità)”. E noi di isNews abbiamo controllato: dal 6 aprile al 5 maggio i morti registrati dall’Oms alle Mauritius sono stati 3, su un totale di 10 dall’inizio dell’emergenza, per 332 casi confermati. Si noti che l’isola è un Paese con circa 1 milione e 300mila abitanti, dove praticamente la pandemia non è arrivata anche grazie alle sue caratteristiche geografiche; e che 10 decessi su 322 casi vuol dire un tasso di mortalità di oltre il 3%. In Italia, che come sappiamo è uno dei Paesi più colpiti al mondo, secondo i dati forniti dall’Iss aggiornati al 4 maggio, con 209.254 casi confermati e 26.892 decessi il tasso di mortalità si attesta sul 12,9%.

Rango continua poi parlando di necessità di protocolli per la selezione del plasma (“Lo sappiamo fare qui in Africa. Lo abbiamo appreso da voi in Italia. Se lo avete scordato inviateci un medico che gli ricordiamo come si fa”); della possibilità di utilizzare la plasmaferesi come terapia soltanto nei soggetti non in stadio avanzato (“NON È VERO”); della necessità di terapie compensative (“nei soggetti in stadio avanzato la plasmaferesi è NECESSARIA ma va ACCOMPAGNATA con antinfiammatori e anticoagulanti necessari per bloccare l’attivazione dei mediatori flogogeni e l’alterazione della scala coagulatoria, bloccando il quadro di CID locale responsabile del decesso”); per poi arrivare al vero nocciolo della questione: il fatto che il plasma dei guariti non sarebbe sufficiente (“NON È VERO. Fate il calcolo voi stessi. Controllate il numero di persone guarite che stanno continuando ad aumentare, con il numero di persone infette SINTOMATICHE che continua a diminuire e verificherete che non c’è bisogno di plasma sintetico. È sufficiente mobilitare tutte le associazioni di donazione del sangue”) e che quindi si dovrebbe produrre del plasma sintetico. Ma Rango tuona: “Plasma sintetico significa: FARMACO. Che è uguale a PROFITTO. Ma soprattutto, ed è questo che ci interessa, significa ATTENDERE ANCORA LA MORTE DI QUALCHE MIGLIAIO DI PERSONE. Sono mesi che il sottoscritto e parecchi medici in Italia cercano inutilmente di fare arrivare ai vertici dell’informazione queste informazioni. La terribile realtà, difficilissima da accettare, è che migliaia di vite si sarebbero potute salvare con farmaci e strumenti già in possesso e in uso in Italia. Farmaci e strumenti che hanno il GRAVE DIFETTO di COSTARE POCHISSIMO”.

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