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Trasporto pubblico locale, tutto da rifare: l’Autorità della Concorrenza boccia il lotto unico

Il governatore legge la segnalazione in Consiglio regionale, che sposa la linea sostenuta dall’ex assessore Niro e avvisa: il bando, con l’attuale norma adottata a dicembre, rischia di essere impugnato. Riporterò le carte in Giunta per le eventuali modifiche e riapriremo il dibattito


CAMPOBASSO. L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato boccia la legge sul trasporto pubblico locale del Molise. Con una segnalazione inviata ieri al presidente della Regione Donato Toma, l’Authority auspica che venga modificata la legge nel rispetto della normativa europea e nazionale.

Lo ha riferito lo stesso presidente Toma in Consiglio regionale, spiegando come l’Autorità, nella sua adunanza del 29 aprile 2020, ha ritenuto di esprimere alcune osservazioni ai sensi dell’articolo 21 della legge 287/1990 (Norme per la tutela della concorrenza e del mercato), sulla legge regionale del Molise n. 22 del 2019 che prevede che la rete regionale dei servizi minimi di trasporto pubblico locale extraurbano sia messa a gara in un unico lotto. Sposando appieno, insomma, la linea sostenuta dall’ex assessore ai Trasporti Vincenzo Niro, che aveva proposto con forza l’adozione di due lotti venendo tuttavia sconfitto in aula, lo scorso 22 dicembre, grazie ai voti di Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Mena Calenda.

“L’articolo 48 comma 4 del decreto legge n. 50 del 2017 – ha letto in aula il governatore Toma – così come convertito dalla legge 21 giugno 2017 n. 96, norma nazionale di riferimento in materia di mobilità di affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale, prevede che ai fini dello svolgimento delle procedure di scelta del contraente per i servizi di trasporto locale e regionale, gli enti affidanti, con l’obiettivo di promuovere la più ampia partecipazione alle medesime, articolano i bacini di mobilità in più lotti, oggetto di procedure di gara e di contratti di servizio, tenuto conto delle caratteristiche della domanda e salvo eccezioni motivate da economie di scala proprie di ciascuna modalità e da altre ragioni di efficienza economica, nonché relative alla specificità territoriale dell’area soggetta alle disposizioni di cui alla legge 16 aprile 1973, n. 171 e successive modificazioni”.

In altre parole, la richiamata disposizione prevede espressamente l’individuazione di un numero di lotti superiore al bacino di programmazione al fine di promuovere la più ampia partecipazione alle procedure di affidamento, nonché di assicurare il corretto svolgimento del libero gioco della concorrenza agli operatori del mercato. Sulla materia si è espressa più volte anche la Corte costituzionale, da ultimo con sentenza n. 137 del 2018, affermando che la nozione di concorrenza non può non riflettere quella operante in ambito europeo. Nel caso di specie, è inoltre emerso che prima dell’approvazione e dell’entrata in vigore della legge regionale n. 22 del 2019, gli uffici tecnici del Dipartimento Mobilità della Regione Molise avevano individuato in due lotti la dimensione sufficiente di gara, sulla base di un’analisi tecnica della soglia oltre la quale le economie di scala di produzione del servizio di Tpl iniziano a ridursi e alla luce di un’analisi dei flussi regionali sul territorio.

L’Autorità garante della Concorrenza, in linea con i precedenti in materia, ha dunque evidenziato che sotto il profilo della concorrenza anche dinamica e per il mercato, “le modalità e i criteri di affidamento del Tpl extraurbano e i disegni delle relative procedure di gara non possano essere fissati per legge, come nel caso di specie, con l’individuazione di un lotto unico, ma debbano piuttosto essere basati sulle condizioni concrete di domanda e offerta del servizio, nella scala minima efficiente delle imprese, con l’obiettivo di condurre procedure di affidamento competitive e tali da minimizzare i costi del servizio pubblico. L’Autorità – ha concluso la lettura Toma – auspica pertanto che la Regione modifichi la normativa in esame, in modo tale da risolvere i profili di contrasto con la disciplina europea e nazionale in materia, nel rispetto dei principi fondamentali a tutela della concorrenza”.

La segnalazione, come spiegato in chiusura dal governatore, rappresenta un pericolo di impugnativa del bando quando e se verrà pubblicato secondo l’attuale normativa. Pertanto, Toma porterà in Giunta tutte le considerazioni da fare e le eventuali modifiche, dopodiché si riaprirà il dibattito regionale.

In tal caso, ci sarà da monitorare con particolare attenzione il voto di chi, a dicembre, sconfessò apertamente la riforma Niro, come le due ex consigliere leghiste, oggi su posizioni molto meno belligeranti nei confronti del governatore.

Pasquale Bartolomeo

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