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Isernia, taglio delle imposte. Mancini sconfessa l’opposizione: “Antipasto di campagna elettorale”

Il consigliere delegato al Bilancio ‘smonta’ il documento dei 15 consiglieri bollando le proposte come “insostenibili se non anche ridicole”


ISERNIA. Giampiero Mancini rispedisce al mittente, una per una, le 11 proposte dei 15 consiglieri di minoranza del Comune di Isernia. A cominciare dalla riduzione della Tari per i commercianti, ritenuta inattuabile vista la struttura della tariffa, che costituirebbe una perdita rilevante per il concessionario, sino alla riduzione delle imposte comunali del 30 per cento, che significherebbe mettere a rischio i servizi pubblici essenziali.

Il consigliere delegato al Bilancio non fa sconti. E parla di “iniziative francamente insostenibili, se non anche ridicole”, che non avrebbero altra funzione che quella di “anticipare la campagna elettorale”, visto che a Isernia si vota l’anno prossimo. Ma ecco le contestazioni di Mancini, punto per punto.

TARI. PER LE ATTIVITÀ COMMERCIALI CHE HANNO SUBITO PROVVEDIMENTI DI CHIUSURA. “L’argomento è già allo studio dell’amministrazione – spiega il consigliere delegato – senza bisogno di alcuna sollecitazione, abbiamo verificato l’effettiva possibilità di riduzione della parte variabile della tariffa. I nostri uffici stanno già lavorando in tale direzione, anche sulla base di una recentissima delibera dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che disciplina la materia. Forse alcuni consiglieri non sanno che la tariffa si compone di due parti, e neanche che si può derogare soltanto a una parte di essa. Hanno idea di quanto “pesa” la Tari per le attività commerciali? Credo sia opportuno che si informino prima di decidere, sostituendosi al concessionario, di rinunciare a diverse centinaia di migliaia di euro”.

TASSA SULLE INSEGNE PUBBLICITARIE. Stesso discorso della Tari, anche se in questo caso c’è un’unica tariffa. Comunque, allo stato attuale della normativa nazionale, “l’abolizione dell’imposta sulla pubblicità è impossibile”, taglia corto Mancini.

RIDUZIONE DELLE IMPOSTE COMUNALI DEL 30%. “Da questa proposta si evince chiaramente – attacca Mancini – come i 15 consiglieri non abbiano alcuna cognizione dello stato delle casse del nostro Comune; significa non avere idea di quanto sia lo sbilancio negativo tra entrate ed uscite correnti; significa non capire che una riduzione di questo tipo non consentirebbe di soddisfare nemmeno i servizi pubblici essenziali. Ci chiediamo: può essere che amministratori così attenti alla cosa pubblica non sappiano queste cose elementari? I cittadini sappiano che, da quando questa Amministrazione si è insediata, il suo obiettivo, ogni anno, è quello di provare a ridurre dello 0,1% l’addizionale comunale, che pesa in termini economici circa 250mila euro. Ci proviamo ogni anno, e ci proveremo anche quest’anno. Se poi dovesse intervenire un provvedimento governativo che, invece di spostare in avanti il pagamento dei tributi locali, disponesse l’abolizione degli stessi (come è successo per la prima rata dell’IRAP), compensando il mancato introito con trasferimenti governativi, oppure eliminando per questa annualità il vincolo del pareggio, allora sarebbe un altro discorso. Al momento così non è”.

TOSAP. “Premesso che la proposta dei consiglieri è stata superata dal recente Decreto Rilancio – sottolinea l’esponente di maggioranza – stiamo predisponendo il bilancio di previsione nel quale si sta già ipotizzando il mancato introito della Tassa di occupazione del suolo pubblico per l’intero anno, per ciò che riguarda gli spazi da concedere a bar e ristoranti e attività di somministrazione in genere”.

ANNULLAMENTO CONTRATTO PARCHEGGI A PAGAMENTO. “Tutti i provvedimenti emanati per l’emergenza sanitaria – argomenta il consigliere delegato al Bilancio – sia a livello comunale che da altre autorità regionali e nazionali – sono stati diretti al massimo contenimento degli spostamenti e della mobilità. Quindi rendere liberi i parcheggi, nell’attuale situazione di emergenza, significherebbe spingere o incentivare i cittadini a contravvenire a queste disposizioni. Per i restanti anni di concessione, un “annullamento” del contratto appare giuridicamente impossibile, ed esporrebbe il Comune non solo alla rinuncia a 162mila euro all’anno (minimo contrattualmente garantito) ma anche a consistenti pretese risarcitorie da parte del concessionario. Tutto questo, ovviamente, a meno che sia proprio il concessionario a violare il contratto, con ciò esponendosi ad una nostra risoluzione contrattuale in danno”.

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Pasquale

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