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Molise da tenere d’occhio, come Umbria e Lombardia: il report nazionale della Fase 2

Rischio passato da basso a moderato a causa del focolaio dei 90 rom a Campobasso. Meglio di noi, le altre 16 regioni e le 2 province autonome di Trento e Bolzano. I dati del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, basati su aumento di trasmissione e impatto sui servizi assistenziali e fotografati dopo la fine del lockdown, potrebbero portare in caso di peggioramento a nuove restrizioni


CAMPOBASSO. Molise come Umbria e Lombardia. Niente allarme rosso, ma occhi aperti e guardia alta. Questo, in sintesi, quanto scaturito dal monitoraggio dei dati – dal 4 al 10 maggio – compiuto dal ministero della Salute con l’Istituto superiore di sanità, sulla base del decreto ministeriale firmato il 30 aprile da Roberto Speranza per registrare lo stato di salute del Paese dopo la fine del lockdown.

In Molise, come riporta il Corriere della Sera, la classificazione dei dati è passata da bassa a moderata (livello 3) a causa di “un nuovo focolaio di trasmissione attualmente in fase di controllo che ha prodotto un aumento nel numero di casi nella scorsa settimana”. Quello dei rom a Campobasso, 90 casi, che ha portato la regione su tutte le cronache nazionali. Una circostanza che si potrà riflettere in un aumento nella stima dell’indice di contagio Rt nelle prossime settimane. Ma poiché l’indice R0 di partenza era basso, l’allarme rosso non scatta.

Situazione analoga in Umbria, dove la curva è salita, spiega sempre il Corsera, ma il contesto vede ancora “una ridotta numerosità di casi segnalati che pertanto non desta una particolare allerta”. Sempre alla casella del livello 3 (classificazione moderata) si trova  la Lombardia, dove “si assiste a una riduzione di segnali di sovraccarico del servizi sanitari”, ma altrettanto “rimane elevato il numero di nuovi casi segnalati ogni settimana, seppur in diminuzione”.

A causa di nuovi focolai la situazione è “epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane”, si legge nel report finale, il che richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione, quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico. Il monitoraggio è stato realizzato sulla base dei numeri inviati dalle Regioni e sollecitati due giorni fa con una lettera dai ministri Speranza e Francesco Boccia.

 

 

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Pasquale

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