HomeNotizieCRONACAOperaio morto in fabbrica a 23 anni: quattro indagati per omicidio colposo

Operaio morto in fabbrica a 23 anni: quattro indagati per omicidio colposo

Completata l’autopsia: la verità sulla causa del decesso di Domenico D’Amico tra 90 giorni. Mercoledì prossimo il conferimento dell’incarico all’ingegnere che dovrà stilare la perizia sul macchinario sequestrato dalla procura dopo il tragico incidente. Il giovane era al lavoro per un cambio turno


POZZILLI. Ci sono quattro persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Domenico D’Amico,  23enne di Bojano morto schiacciato da un pallettizzatore all’interno della fabbrica in cui lavorava, la Serioplast di Pozzilli. Un tragico incidente avvenuto sabato sera, per il quale la procura della Repubblica di Isernia, con il sostituto Alessandro Iannitti, procede per l‘ipotesi di reato di omicidio colposo.

Il macchinario che avrebbe schiacciato il giovane, non lasciandogli scampo, è stato sequestrato. E gli inquirenti sono al lavoro per capire quali fossero i protocolli aziendali di sicurezza sul lavoro e se siano stati rispettati per intero. Stamani alle 11, intanto, è stata effettuata l’autopsia sul corpo del giovane operaio, durata due ore e mezzo. Il medico legale incaricato è il dottor Massimiliano Guerriero di Campobasso, che ha eseguito la perizia in presenza del consulente di parte della famiglia D’Amico, la dottoressa Elvira Moccia di Montecilfone.

La causa di morte – una prima ipotesi che circola è quella dell’asfissia da compressione toracica, causata dallo schiacciamento – sarà stabilita nel termine di 90 giorni, tempo concesso dalla procura al perito per la consegna della documentazione.

Mercoledì prossimo, 24 giugno, sarà invece conferito l‘incarico all’ingegnere che dovrà stilare la perizia sul pallettizzatore sequestrato: resta da capire, infatti, se il macchinario fosse in manutenzione o meno o se venisse regolarmente usato e, dunque, sia stato interessato da un malfunzionamento proprio durante l’utilizzo da parte del 23enne di Bojano. Domenico D’Amico, da quanto si apprende, si trovava in fabbrica sabato sera a seguito di un cambio di turno: in circostanze regolari, non avrebbe dovuto essere al lavoro. Un cambiamento, insomma, risultato sfortunatamente fatale. 

La famiglia ha nominato i propri legali di fiducia nelle persone degli avvocati Giuseppe Giglio e Quirino Mescia.

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