“Io, Torzi, il Vaticano e gli affari a Londra”: la verità di Frattura

paolo frattura foto pino manocchio 1

L’INTERVISTA/ L’ex presidente della Regione respinge qualsiasi coinvolgimento con il broker molisano nella vicenda dello scandalo immobili della Santa Sede e nega di aver mai scaricato responsabilità sull’uomo, suo attuale socio, per l’affaire della villa a Termoli, che valse a Frattura un’indagine giudiziaria culminata con un’archiviazione. L’ex governatore di centrosinistra riferisce sui rapporti di amicizia mai interrotti e sugli interessi nella capitale inglese per attrarre investimenti nel settore del real estate, in cui è impegnato da due anni: “Ma lì Torzi con me non c’entra nulla”


di Pasquale Bartolomeo

CAMPOBASSO. Tutte le strade portano a Roma, ma non per Paolo di Laura Frattura.

I suoi rapporti con Gianluigi Torzi, broker molisano finito al centro dello scandalo immobili in Vaticano, già socio dell’ex governatore di centrosinistra per la storia della villa a Termoli – finita su gran parte dei media nazionali e oggetto di un’indagine della procura di Larino finita in un’archiviazione per Frattura  – non si sono mai interrotti. Amici nella vita e soci ancora oggi – ma non per la questione dell’immobile londinese di Sloane Avenue 60, intorno al quale ruota l’inchiesta della procura vaticana che ha portato Torzi agli arresti per 10 giorni, prima che tornasse in libertà vigilata e cominciasse a collaborare con i magistrati di Oltretevere – Frattura e Torzi hanno entrambi interessi nella capitale inglese. Ma – giura l’ex presidente del Molise – lui con la storia del Vaticano non c’entra “nulla”. E in una lunga intervista concessa in esclusiva a isNews – di cui una parte su politica e sanità, che leggerete in un prossimo articolo – ricostruisce le tappe degli ultimi due anni in cui, ‘sparito dai radar’ dei media, si è gettato a capofitto sul lavoro, nel settore del real estate. Anche a Londra, dove però la sua strada, almeno stavolta, non si è incrociata con l’amico e socio Gianluigi Torzi.

Santa Sede mandato di cattura nei confronti di Gianluigi Torzi per le vicende dell immobile londinese di Sloane Avenue. Agli arresti in Vaticano articleimageD: Paolo Frattura, il nome di Gianluigi Torzi, a inizio giugno, è finito al centro di un’inchiesta che sembra scoperchiare un autentico vaso di Pandora sul Vaticano e un mondo più o meno sconosciuto fatto di fiumi di denaro, ricatti ed estorsioni veri o presunti, tangenti promesse e rifiutate e, a quanto pare, tanto, tanto altro. Si è scoperto che il broker avesse agito come intermediario nell’acquisto di un immobile di lusso a Londra per centinaia di milioni di euro. Lei, visti i suoi rapporti con Torzi, può dirci qualcosa in merito?

R: “Ho letto la vicenda dai giornali, come tutti. Ma non conosco cosa sia successo nel dettaglio per la questione del Vaticano”.

D: Ma i suoi rapporti con Torzi, oggi, come sono?

R:Gianluigi Torzi è un mio amico. Ma nella vita ognuno di noi è responsabile di quello che fa. Con Gianluigi siamo amici, indipendentemente da cosa accade nella sua vita perché, ripeto, ognuno è responsabile delle proprie azioni. Non ci sentiamo certo tutti i giorni, ma i rapporti sono rimasti sempre buoni”.

D: Avete ancora interessi in comune, dopo la tribolata vicenda della villa a Termoli?

R: “Come lei sa, io e Gianluigi eravamo soci già da una decina d’anni. Per la questione della villa a Termoli, come detto più volte, la società Pts Village compra la villa nel 2011. Nel 2012 uno dei due soci, per motivi personali, decide di vendere la sua parte, per cui io compro questa quota pari al 50 per cento. Quindi, io che c’entro con l’acquisto della villa? Ci sono gli atti del notaio del 2011 e quello del 2012 con cui io ho acquistato le quote (con la società Proter srl, ndr) da una società che un anno prima aveva comprato l’immobile. Ad oggi, continuiamo a essere soci nella Pts Village”.

D: Ma lei nella villa a Termoli ci abitava saltuariamente e per questo fu indagato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, prima dell’archiviazione. Perché non si è costituito parte civile nel procedimento che va avanti contro Torzi?

torzi foto 2R: “Ricordo che alla richiesta di archiviazione si oppose l’avvocato Massimo Romano e rispetto alla sua opposizione – come già accaduto con Biocom – gli è andata male. La mia posizione è stata archiviata sulla base di una richiesta del procuratore, di un provvedimento del giudice e del mio interrogatorio. E si badi: io non ho scaricato nessuna responsabilità su nessuno. Io mi sono fermato agli atti del fascicolo giudiziario quando il procuratore mi ha sentito su come si svolti i fatti. Mi sono limitato a leggere le carte. Se avessi detto qualcosa di diverso penso che Torzi mi avrebbe querelato, ma mi sono limitato a leggere i fatti. Mi contestavano delle cose e ho risposto”.

D: Dunque l’amicizia, nonostante la villa a Termoli, non si è intaccata.

R: “Non ci sono motivi per cui non debbano esserci oggi rapporti di amicizia”.

D: Torniamo alla questione del Vaticano.

R: “Come le dicevo in premessa, non conosco direttamente i fatti del Vaticano, anche perché Gianluigi si è trasferito a Londra e i suoi interessi sono a un livello tale… Io ero e continuo a essere un architetto di campagna”.

D: Ma a Londra, finita l’esperienza politica, andava spesso anche lei, questo è noto. A fare cosa?

londra 01 jpg 640 336 cover 70R: “Nei miei 5 anni di mandato ho avuto frequentazioni con persone che erano venute in Molise per fare i loro interessi, ma che per questo si sono trovate i portoni sbattuti in faccia. Quando raccontavo loro cosa avrei voluto fare per riordinare il settore sanità quasi mi prendevano per matto. Ma queste persone sono state le prime a ‘corteggiarmi’, una volta finita la mia esperienza politica e tornato alla vita civile. Vede, sul discorso del funzionamento della sanità in Italia, più di qualcuno pensa che io possa essere un utile riferimento per capire se una questione è problematica o di facile risoluzione. Mi hanno chiamato come consulente e sono andato, tra l’altro a costo zero, perché io non ho mai lucrato sull’esperienza maturata in regione. Da queste consulenze è seguita una serie di rapporti interessanti. Ma il tramite non è stato certo Torzi. Le faccio un esempio chiarificatore: se io ho un progetto, perché lo stesso si realizzi ho bisogno di risorse e il mio interlocutore è un fondo che lavora in real estate. Questo fondo può essere italiano, ma anche inglese, statunitense o cinese. Ho infatti lavorato con partner italiani, ma non solo. A me interessa trovare il supporto finanziario perché determinati progetti possano concretizzarsi e garantisco che trovare qualcuno e convincerlo a venire a investire in Molise è dura. Ma siccome io sono ‘capa tosta’ mi piace l’idea di proporre opportunità di investimenti: è questo che sto facendo da due anni. È chiaro perciò che il mio interlocutore non può essere FinMolise o la Regione o il Comune, sarebbe anche imbarazzante per i colleghi e gli amministratori visti i miei trascorsi politici. È su queste basi che io giro, tenendo presente che Milano e Londra sono i due riferimenti principali per il real estate”.

D: Quindi Frattura a Londra e Torzi a Londra non solo collegati, è solo un caso?

R: “Assolutamente sì, un caso. Nessun collegamento”.

D: Che idea si è fatto dell’inchiesta del Vaticano?

R: “Su questa vicenda, per la quale si è subito crocifisso qualcuno, io andrei sempre cauto prima di trarre le conclusioni. Non voglio essere un garantista esasperato: ma sono convinto che verranno fuori cose inimmaginabili”.

D: Torzi è difeso dall’avvocato Marco Franco, che ha assistito anche lei in altra vicenda giudiziaria. Glielo ha presentato lei o viceversa?

R: “Il mio tramite con l’avvocato Franco è stato il compianto manager Eugenio Vinci, ex direttore generale della Pop 84. Non so dirle per Torzi, credo sia stato lo stesso Eugenio e che loro già si conoscessero. Di una cosa però sono sicuro: Marco Franco, se avesse avuto dubbi su Torzi, non avrebbe mai accettato il mandato”.

D: Come è arrivato Torzi a certi livelli, se lo sa?

R: “Mi creda, lui è una macchina da guerra. Instancabile. Una vera macchina da guerra”.

D: Insomma, da questa vicenda possiamo escludere venga fuori il nome di Frattura?

R: “Guardi, non sono stato una volta in Vaticano, non mi sono occupato di nulla per questo immobile, questo Mincione di cui si parla nelle indagini non so neppure che faccia abbia. Nessun coinvolgimento, non ho mai incontrato o parlato con nessuno di nulla. Ma prima di condannare Torzi ci andrei con i piedi di piombo. Papa Francesco, secondo me, da questa vicenda farà ‘filare’ tanti corrotti, all’interno. E Torzi, da presunto criminale, non escludo divenga una vittima di un grosso ‘sistema’, per quello che ho potuto capire”.

 

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