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Sanità, la Corte costituzionale annulla la legge Renzi che blindava il Piano sanitario di Frattura

L’Istituto di ricerca di Pozzilli aveva perso 11 posti letto nell’ambito della riorganizzazione ospedaliera. Il ricorso con l’avvocato Salvatore Di Pardo che aveva sollevato il caso di legittimità costituzionale dinanzi al Tar, dove erano pendenti anche altri ricorsi di strutture sanitarie private, come la Gea Medica di Isernia


ROMA. La Corte costituzionale annulla la Finanziaria 2017 che aveva ‘legificato’ il Pos 2015-2018 targato Paolo di Laura Frattura.

Con una clamorosa sentenza, la n. 116/2020, i giudici della Consulta, presieduta da Marta Cartabia, dichiarano l’illegittimità costituzionale dell’art. 34-bis del Decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 (Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, nella legge 21 giugno 2017, n. 96. In pratica, la legge Renzi con la quale il Parlamento aveva approvato il Pos del Molise con una procedura ‘speciale’.

Il Pos presentato dal governatore e commissario ad acta Frattura era stato approvato, infatti, con legge dello Stato il 29 maggio 2017, quando era passato l’emendamento alla cosiddetta ‘manovrina’ alla Camera dei deputati. Una procedura di intervenuta legificazione del Pos che aveva permesso di bypassare il problema dei ricorsi amministrativi pendenti presentati da varie strutture sanitarie private, tra cui la Gea Medica di Isernia difesa dall’avvocato Ottavio Balducci. Al Tar andò anche il Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità, assistito dai legali Massimo Romano e Pino Ruta.

“Un fatto estremamente positivo – aveva dichiarato Frattura all’epoca, subito dopo l’approvazione dell’emendamento – che non mina l’autonomia decisionale della Regione nella gestione del nostro servizio sanitario, ma al contrario la blinda. Quest’approvazione, raggiunta grazie al lavoro condotto con la Commissione bilancio di Montecitorio, ci consente di cancellare, mi auguro definitivamente, la possibilità che chiunque, anche senza una riconoscibilità giuridica, possa impugnare l’atto di programmazione delegando a terzi la decisione sulla funzionalità e sulla bontà del documento stesso”.  

Tuttavia, il ricorrente, la Neuromed di Pozzilli della famiglia Patriciello, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale dinanzi al Tar con l’avvocato Salvatore Di Pardo, contestando la procedura che blindava il Pos da eventuali ricorsi amministrativi. Dal Pos di Frattura discendeva una riorganizzazione della rete ospedaliera molisana comportante il riconoscimento di un numero di posti letto inferiore rispetto a quello effettivo pari a 11, per il Neuromed.

Il 19 maggio la sentenza, resa nota solo oggi. Ora il Pos torna sindacabile dai giudici amministrativi per i ricorsi già proposti. La cosa rilevante è che adesso si può cambiare il Piano operativo tuttora in auge con un semplice provvedimento da parte della nuova struttura commissariale.

 

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