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Rilievi del Governo, Toma al Pd: “Riporterò la norma in aula. Chiamarmi Cimabue un complimento”

In merito al pronunciamento del Consiglio dei Ministri, che ha rilevato l’illegittimità dell’articolo 12, commi 1 e 2 della Legge di stabilità, che sarà riportata in Consiglio regionale per essere abrogata. Ma nulla cambia, in attesa del pronunciamento del Tribunale, sull’abolizione della figura dei consiglieri surrogati


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. “Paragonandomi a Cimabue la Fanelli mi ha fatto un complimento. Altro che ne fa una e ne sbaglia due, Cimabue era un grande, un creativo. Mi piacerebbe essere come lui”.

Il governatore del Molise Donato Toma risponde con la solita ironia alla battuta fatta dal capogruppo regionale del Pd, che insieme al segretario dem Vittorino Facciolla lo ha attaccato duramente sul pronunciamento del Consiglio dei Ministri, che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 12, commi 1 e 2, della Legge di stabilità regionale.

La questione è quella relativa all’abrogazione dell’incompatibilità di carica tra assessori e consiglieri e alla conseguente l’eliminazione della figura dei consiglieri surrogati, prevista dall’articolo 11, che non è stato impugnato dal Governo, perché è facoltà delle Regioni approvare e modificare la propria legge elettorale. Il rilievo mosso dal Governo è l’interpretazione autentica della norma, ovvero la presa d’atto da parte del Consiglio regionale, voluta dallo stesso Toma. Sul ricorso presentato dagli esclusi, invece, deciderà il Tribunale.

“Come si deduce da quello che ha detto il Consiglio dei Ministri e come chiarito dal pronunciamento del Tar – le parole di Donato Toma – l’interpretazione autentica non serve, perché la norma è già chiara, per cui a questo punto, per chiudere la diatriba col Governo, porterò in aula l’abrogazione di quei commi dell’articolo 12, poi ovviamente è il Consiglio che decide. Ma della decisione del Cdm ero già a conoscenza – ha aggiunto – perché ogni volta che il Governo fa il pre esame sulla costituzionalità delle leggi regionali si apre un’interlocuzione. La norma, questo è stato già detto, non è stata impugnata per profili di incostituzionalità. E sulla composizione dell’assemblea non cambia nulla, così come per l’eliminazione dei consiglieri surrogati”.

Alcune leggi, invece, vengono impugnate eccome. E’ successo di recente su quella relativa al contenimento della presenza dei cinghiali. “Su questo ero consapevole che poteva accadere e ho deciso lo stesso di andare avanti – ha precisato il governatore – perché altrimenti i cinghiali ci invadono il territorio”.

Un tecnicismo, dunque, a detta del presidente della Regione, che replica agli attacchi del Pd. “La Fanelli ha detto che è stato esautorato il ruolo del Consiglio regionale, ma non ha capito, perché per capire quello che faccio io ci vuole un livello di approfondimento politico che lei non ha – ancora Toma – Ora mi viene a dire che non ci sono donne in Giunta, perché non lo ha detto quando non c’erano nel governo di centrosinistra? Perché ora mi contestano sulla mia posizione relativa al ‘Vietri’ centro Covid, quando non hanno fatto nulla per non far chiudere l’ospedale di Larino quando governavano loro? Ecco, io rispondo così”.

Il Pd, insieme al M5s, ha presentato la mozione di sfiducia al governatore che sarà discussa a breve. Per avere la garanzia che non ci sia una ‘sponda’ negli scontenti della maggioranza, che potrebbe farlo ‘cadere’, solo qualche giorno fa Toma ha offerto apertura totale al centrodestra. L’impegno cioè a rivedere la Giunta, anche a cambiare gli assessori, se la maggioranza glielo chiederà sottoscrivendo una sorta di ‘giuramento di fedeltà’ con 11 firme. Quelle in grado di garantirgli – e garantire agli stessi consiglieri – la prosecuzione della legislatura. Una bozza di documento, è trapelato nelle ultime ore, ci sarebbe già, che congelerebbe tutta la situazione fino al turn over di legislatura dell’autunno, quando si rimetterà in discussione anche la presidenza del Consiglio regionale.

Ma il governatore si sente tranquillo, o teme di tornare a casa? “Io sono sempre tranquillo – per Toma questo è quasi un mantra – e lo sono per una serie di questioni: la competenza della mia lunga carriera professionale e la mia onestà intellettuale e morale, perché non ho mai rubato o preso tangenti e aborro chi fa queste cose. Al contrario voglio dire quello che ho fatto io, mettendo in campo in questa fase di emergenza 58 milioni di euro, che sono soldi veri per i molisani. Io ho fatto questo, e scusate se è poco”.

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