Categories: CRONACA

Motociclista morta nello schianto sulla Bifernina: 71enne indagato per omicidio stradale

Restano gravissime le condizioni del marito di Maria Melfi. Intanto i familiari chiedono che si faccia piena luce sul tragico incidente. I loro legali dello Studio3A annunciano la richiesta di una perizia cinematica


CAMPOBASSO. “Si faccia piena luce sul tragico incidente”: a chiederlo sono i familiari di Maria Melfi, la 51enne morta sabato scorso mentre era in moto insieme al marito, che versa in condizioni gravissime. Sul caso la Procura di Campobasso ha aperto un fascicolo. Ad essere indagato per omicidio stradale e lesioni gravissime è l’uomo alla guida dell’auto che si è scontrata con la moto: un 71enne originario di Isernia e residente a Roma.

La tragedia si è consumata in una manciata di secondi, sabato 11 luglio lungo la Strada Statale 647, all’altezza del bivio per Colle d’Anchise,
I familiari, attraverso il responsabile della sede di Bari Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

Stando a quanto ricostruito fino a questo momento, i coniugi di Morrone del Sannio, conosciutissimi e ben voluti da tutti in paese, alle 16.45 procedevano sulla Bifernina in sella a una Yamaha FZ8, quando improvvisamente la moto si è scontrata con la Fiat Tipo Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri della stazione di Bojano.

Maria, purtroppo, non ce l’ha fatta, è spirata poche ore dopo per le gravissime lesioni riportate. Il marito sta lottando da giorni tra la vita e la morte, ha già subito diversi, delicati interventi chirurgici e i medici stanno cercando disperatamente di salvarlo. La prognosi resta riservatissima. Chiaramente non sa che la moglie, a cui è stato già dato l’estremo saluto martedì, non c’è più.

Gli avvocati Fabio Ferrara, del Foro di Bari, e Marco Bevilacqua, del Foro di Chieti, che assistono i familiari dei due coniugi in collaborazione con Studio3A, presenteranno formale istanza di disporre una perizia cinematica per ricostruire la dinamica e le responsabilità dell’incidente insieme a un accertamento informatico sul traffico telefonico del cellulare in uso all’indagato “per verificare se la fatale distrazione – evidenziano i legali – possa essere stata determinata dal fatto che in quel momento stesse parlando o utilizzando lo smartphone, il che ovviamente aggraverebbe la sua posizione. Studio3A, nel caso in cui la richiesta fosse accolta, ha già individuato i consulenti tecnici di parte per affiancare il Ctu incaricato nelle operazioni peritali”.

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Deborah

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