La scuola del dopo Coronavirus, Consiglio regionale in riunione e presidio dei sindacati

Martedì 21 luglio. Sollecitati interventi per la messa in sicurezza degli istituti e organici aggiuntivi per far fronte alle nuove esigenze


CAMPOBASSO. Scuola, cosa succederà in Molise dal 14 settembre, quando riprenderanno le lezioni in presenza? Se ne parlerà nella seduta monotematica del Consiglio regionale, convocato per martedì 21 luglio, giorno in cui ci sarà anche un’altra riunione sul tema dei trasporti.

“Sarà una giornata importante, per la Scuola molisana ed il trasporto pubblico – ha dichiarato il capogruppo del Pd Micaela Fanelli – Il gruppo consiliare del Partito Democratico, primo firmatario della richiesta di monotematico sulla Scuola e sul sistema della formazione in Molise, presenterà in aula un pacchetto di soluzioni e proposte, dopo l’ascolto delle esigenze dei lavoratori e dei sindacati del sistema scolastico, delle famiglie, degli enti”.

“Ringraziando i colleghi di entrambi gli schieramenti, che hanno sottoscritto la nostra richiesta di discussione – ha aggiunto la dem – l’ordine del giorno del Pd focalizzerà l’attenzione sull’impellenza di mettere al centro delle decisioni regionali l’esigenza di garantire ‘più scuola sicura’ – ha anticipato Fanelli – Chiederemo al Consiglio e alla Giunta di proporre alla Conferenza Stato-Regioni e al Ministero nuovi criteri di riparto dei fondi nazionali e maggiore organico aggiuntivo, la certezza delle attività educative 0-6 anni, ma anche il sostegno e la valorizzazione dell’Ateneo molisano, con la previsione della riduzione dei costi per gli studenti e l’investimento in maggiori servizi”. 

Mentre il Consiglio sarà in riunione fuori dal palazzo, a partire dalle 10, ci sarà il presidio, ‘Ripartire in presenza, ripartire in sicurezza’, organizzato da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal e al quale aderirà anche l’Unione degli studenti.

“A meno di due mesi dalla riapertura delle scuole – spiegano i sindacati – si mostrano evidenti forti necessità. Ad oggi, infatti, la situazione appare precaria ed instabile per i docenti, il personale Ata e per tutti gli studenti che a settembre dovranno tornare tra i banchi. Dopo il lockdown occorre chiaramente una scuola in sicurezza ma ciò che si può notare è la palese insufficienza di risorse e finanziamenti a livello nazionale e un grave ritardo sulle azioni di competenza degli Enti locali”.

“Nonostante la sollecitazione verso enti come Regioni, Province e Comuni a convocare rapidamente Conferenze, per raccogliere e discutere sulle criticità e sulle proposte degli studenti, queste non risultano indette, con il risultato che di fatto si stanno scaricando tutte le responsabilità sulle istituzioni scolastiche, che non sono proprietarie dei locali e non  hanno competenze sull’organizzazione dei trasporti, dei servizi e delle mense”.

“Senza immediati interventi l’anno scolastico ripartirà con una scuola più precaria, insicura, con meno tempo scuola e differenziazioni inaccettabili a seconda dei diversi contesti territoriali. E’ imprescindibile attribuire organici aggiuntivi, stabilizzare i precari, predisporre gli spazi, programmare orari e servizi adeguati. Occorre dare risposte ai lavoratori della scuola, ma anche a quelli delle mense e dei trasporti: le criticità di questi settori rischiano di acuire le difficoltà dell’avvio dell’anno scolastico. Non è il momento delle divisioni – concludono i sindacati – per ripartire in sicurezza è necessario il contributo e l’ascolto di tutti, in primis delle parti sociali e di quanti nella scuola lavorano e studiano quotidianamente”.

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