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Isernia, impianti pubblicitari e abusivismo: Fantozzi interroga il sindaco

Una questione mai regolamentata appieno da anni, nonostante la sua potenziale redditività per le casse municipali. Il capogruppo dei Popolari chiede chiarimenti a d’Apollonio, che ha messo pressione, senza esito, al Terzo settore comunale


ISERNIA. I piani particolareggiati inerenti agli impianti pubblicitari per affissioni dirette sul suolo comunale non vedono da luce da anni, a Isernia, e Gianni Fantozzi presenta un’interrogazione ad hoc al sindaco Giacomo d’Apollonio.

Il capogruppo dei Popolari al Comune chiede di conoscere lo stato “del censimento propedeutico al piano della pubblicità”. E domanda se il sindaco sia a conoscenza io meno “della presenza diffusa sul territorio di impianti di cartellonistica e se gli stessi, almeno in parte, risultino essere abusivi”. In quest’ultimo caso, Fantozzi vuol sapere i motivi dei mancati interventi, finora o, ammesso ce ne siano stati, quali eventuali azioni siano state poste in essere e con quali risultati.

Il Piano generale degli impianti pubblicitari serve a regolamentare la collocazione dei mezzi pubblicitari a carattere temporaneo o permanente e delle affissioni nel territorio comunale, prevedendo tutta una serie di divieti. Esso definisce anche la superficie complessiva degli impianti destinati alle pubbliche affissioni in rapporto alla popolazione. Quello vigente a Isernia è stato approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 38 del 13 luglio 2009 ed è entrato in vigore dall’anno successivo, il 1^ gennaio 2010.

Tale Piano generale prevedeva la concessione del suolo pubblico a privati previa procedura di gara, in ossequio alle norme nazionali e comunitarie in materia di appalti pubblici; per l’attivazione di tale procedura, si faceva rinvio all’approvazione dei piani particolareggiati il cui scopo è quello di localizzare compiutamente tutti gli impianti affissionali consentiti su suolo pubblico. Ma tali piani non sono mai stati approvati e conseguentemente, non è stato possibile avviare la gara. Per quanto riguarda, invece, gli impianti da collocare su suolo privato, il Piano prevedeva anche in questo caso una limitazione alla superficie concedibile, che poteva essere calcolata in percentuale (25 per cento) rispetto a quella effettivamente assegnata per gli impianti siti su suolo comunale e, quindi, solo alla conclusione della suddetta procedura di gara.

In entrambi i casi, insomma, la possibilità di autorizzare in piena conformità al Piano generale degli impianti pubblicitari le affissioni dirette era subordinata all’approvazione dei piani particolareggiati e all’espletamento della procedura di gara. Per questa ragione, nel Piano medesimo era contenuta una norma transitoria che, nel prendere atto della presenza sul territorio comunale di una superficie per l’affissione diretta superiore a quella effettivamente concedibile, impegnava l’amministrazione dell’epoca ad attivarsi per la rimozione degli impianti non autorizzati o per i quali risultava scaduta l’autorizzazione e, nelle more dell’entrata in vigore del Piano stesso, vietava il “rilascio, il rinnovo e la proroga delle autorizzazioni degli impianti per le affissioni dirette”.

Tale divieto, però, è andato ben oltre l’anno di moratoria, ed è stato in qualche caso assunto quale motivazione a fondamento del parere negativo espresso dal Servizio viabilità su alcuni procedimenti relativi ad affissioni dirette. Tale proroga delle norme di salvaguardia “sine die” è stata censurata dal Tar Molise (con sentenza n.519/2011), cosicché successivamente si è proceduto al rilascio di nuove autorizzazioni, in alcuni casi definite quali “rinnovi”, sia su suolo pubblico che privato.

L’ultimo ad occuparsi dell’ingarbugliata questione, da quel che è dato sapere, fu il commissario prefettizio Vittorio Saladino nel 2016. Egli aveva introdotto, con delibera n. 5 del 21 aprile 2016, un periodo transitorio con termine al 31 dicembre 2017, durante il quale applicare un regime autorizzatorio temporaneo per le affissioni dirette volto a contemperare le esigenze pubbliche di addivenire alla piena regolamentazione della materia con quelle legate al diritto di iniziativa economica dei privati. Saladino aveva stabilito che il termine di fine 2017 era tassativo per approvare i piani particolareggiati degli impianti pubblicitari e gli atti relativi all’avvio della procedura di gara. Niente da fare, anche questa volta.

Da quel che isNews ha potuto apprendere, il sindaco d’Apollonio ha più volte sollecitato per iscritto, anche di recente, il Terzo settore comunale competente in materia per sollecitare l’ultimazione del censimento degli impianti onde rimuovere eventuali installazioni abusive. Ma la questione, per motivi non meglio specificati, sembra essersi arenata, nonostante il personale comunale, lavorando in smart working, non abbia neppure dovuto dedicarsi alla gestione del pubblico in presenza.

Pba

Pasquale

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