L’episodio a Vicenza. La donna, di origini nigeriane, è rimasta ricoverata affinché rispetti la quarantena. La persona che era con lei, forse il protettore, ha fornito ai sanitari false generalità. Impossibile ora il contact tracing
L’incubo coronavirus non è affatto alla spalle. Specie se le cronache restituiscono episodi come quello accaduto a Vicenza, dove una prostituta 23enne di origini nigeriane è stata trovata positiva al Covid e si rifiuta di rivelare i nomi dei suoi clienti che, a loro volta, potrebbero aver contratto la malattia, diffondendola.
La donna, giunta in ospedale con sintomi del coronavirus, è stata sottoposta a tampone che ha confermato i sospetti. Le sue condizioni di salute sono buone, ma resta ricoverata a scopo cautelare, affinché rispetti la quarantena.
Ad accompagnarla presso il nosocomio vicentino era stato un uomo, verosimilmente originario dell’est, al quale era stato detto di contattare il servizio di igiene pubblica. Ma ad oggi è irreperibile e le generalità lasciate sarebbero pure false. L’ospedale non è quindi nelle condizioni di poter eseguire il contact tracing, con grave pregiudizio per la salute pubblica.
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