Corsa al vaccino anti-Covid, sorpresa Russia: “Sarà pronto ad agosto”

Trump ribadisce la speranze di averlo a ottobre mentre lo stato guidato da Vladimir Putin punta a sorprendere il mondo già tra due settimane. Boris Johnson firma accordo con Sanofi e Gsk


Dagli Usa alla Russia fino al Regno Unito: è in atto la corsa al Santo Graal contro Covid-19. Se il presidente Trump lo vorrebbe già a ottobre, da usare anche come arma elettorale, sorprese potrebbero arrivare da Mosca dove, come riferisce il quotidiano Huffpost, è partita una seconda sperimentazione su volontari umani.

Secondo indiscrezioni della Cnn, la Russia sostiene di essere pronta in meno di due settimane ad approvare il primo vaccino contro il nuovo coronavirus. In particolare, secondo funzionari russi citati dal network, Mosca punterebbe alla data del 10 agosto, o anche prima, per l’approvazione del vaccino sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca.

“E’ un momento Sputnik”, sostiene Kirill Dmitriev, a capo del fondo sovrano russo, che finanzia le ricerche per il vaccino, riferendosi al lancio del primo satellite al mondo nel 1957 da parte dell’allora Unione Sovietica. “Gli americani rimasero sorpresi quando sentirono i bip dello Sputnik. E’ lo stesso col vaccino.

La Russia ci arriverà per prima”. Mosca, sottolinea la Cnn, non ha però diffuso alcun dato scientifico sui test effettuati per il vaccino ed è impossibile al momento verificare in maniera indipendente la sicurezza o l’efficacia del farmaco.

Londra, intanto, punta altre fiches. Il governo britannico ha siglato un accordo con il gruppo farmaceutico francese Sanofi e quello britannico GlaxoSmithKline (Gsk) per la fornitura di 60 milioni di dosi di vaccino contro il coronavirus. I due gruppi farmaceutici, che sostengono che il loro vaccino potrebbe ricevere il via libera nel primo semestre del 2021, precisano in un comunicato che “sono in corso colloqui con la Commissione europea, Italia, Francia e altri governi per garantire l’accesso mondiale al prodotto”.

Per la Gran Bretagna si tratta del quarto accordo del genere dopo quelli con AstraZeneca, Valneva e BioNTech/Pfizer. In questo modo il Regno Unito si è assicurato già 250 milioni di dosi di vaccino contro il coronavirus. Sanofi e Gsk prevedono di avviare la fase 1/2 di sviluppo a settembre e quindi la fase 3 fino alla fine dell’anno.

Ieri, nel corso del briefing quotidiano, il presidente Usa Donald Trump si è detto molto fiducioso sul vaccino di Pfizer: “sta andando nella giusta direzione; potrà essere approvato molto, molto presto”.

C’è fermento anche sul fronte dei prezzi. Moderna Inc – scrive oggi il Financial Times – ha valutato il suo vaccino contro il coronavirus da 50 a 60 dollari a trattamento, almeno 11 in più rispetto ai concorrenti di Pfizer Inc e BioNTech. Il prezzo proposto da Moderna per un trattamento a due dosi venduto ai governi è paragonabile a 39 dollari per due dosi in base a un accordo che Pfizer Inc e il partner tedesco BioNTech hanno siglato con gli Stati Uniti.

Gli analisti del settore avevano ritenuto che l’accordo di 2 miliardi di dollari tra Pfizer e BioNTech per coprire 50 milioni di pazienti, legato all’approvazione del prodotto, probabilmente avrebbe fatto pressione su altri produttori affinché stabilissero prezzi simili.

Il prezzo proposto da Modernàs si applicherebbe agli Stati Uniti e ad altri paesi ad alto reddito, secondo le informazioni ottenute dal FT. Un portavoce di Moderna ha affermato che la società stava discutendo con i governi sulla potenziale fornitura del vaccino, chiamata mRNA-1273, ma non ha fornito dettagli sui prezzi “vista la natura riservata delle discussioni e dei contratti”.

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