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Migranti, sistema di gestione fallimentare: dalla Lega a Italia Viva, è scambio di accuse

Le distinte posizioni dell’onorevole renziana Giusy Occhionero e della consigliera del Carroccio al Comune di Campobasso Maria Domenica D’Alessandro evidenziano una serie di lacune evidenti, dimostrate dal gran numero di tunisini fuggiaschi a poche ore dalla sistemazione nei Cas. Ma sulle responsabilità è il solito scaricabarile


CAMPOBASSO. “Episodi come quello di Campomarino, che mettono un paese impreparato ad affrontare la complicata gestione di 83 migranti, mostrano tutti i limiti e i danni provocati dai decreti Sicurezza di Salvini e impongono una revisione degli attuali meccanismi di distribuzione”.

Lo dichiara Giusy Occhionero, deputata di Italia Viva che aggiunge: “È già in campo il nostro impegno nelle varie sedi istituzionali per rimediare al problema creato dai decreti con cui Salvini – spiega – ha demolito il sistema di accoglienza diffusa, concertata con i territori, con numeri contenuti e assenza di grandi concentrazioni come quelle di Campomarino. Il nostro paese ha una prevalente vocazione turistica e non può non essere tenuto presente il rischio di ripercussioni rispetto a una stagione già compromessa a causa del Covid”.

“Ci siamo già attivati – conclude – perché lo Stato garantisca un controllo preventivo sia dai rischi sanitari sia di sicurezza”.

Sweet DreamsPiù articolata l’analisi della consigliera della Lega al Comune di Campobasso, Maria Domenica D’Alessandro. “L’arrivo improvviso di oltre 170 tunisini in Molise ha evidenziato, ancora una volta, la leggerezza con cui si continua ad affrontare l’emergenza migranti. La fuga di una trentina di loro dal centro che li ospitava a Campomarino ha poi fatto emergere la fragilità dell’intero sistema. Da un lato la Regione non è stata informata dal Governo nazionale della venuta degli stranieri, chiaramente accolti e sottoposti immediatamente a tampone per scongiurare che fossero contagiati, seppur alcuni di loro sono risultati positivi al Covid-19. Dall’altro, le strutture individuate per ospitarli non sono tutte idonee, come testimoniato dallo Sweet Dreams di Campomarino, un hotel dismesso con troppe entrate e uscite per poter tenere tutti sotto controllo, soprattutto durante il periodo di quarantena. Del resto, la fuga dei tunisini ne è la riprova. C’è irrazionalità in questo modus operandi e non si può restare in silenzio di fronte alle evidenze. Serve una via maestra, ma urge principalmente un intervento mirato delle istituzioni locali, a partire dalle amministrazione comunali, le stesse che poi sostanzialmente ospitano i migranti”.

“I Comuni, commenta l’esponente del Carroccio – dovrebbero fare rete e portare le proprie istanze nelle sedi romane, chiedendo concertazione, unità di intenti e condivisioni delle decisioni. Ciascun territorio conosce le proprie potenzialità ed è giusto che venga manifestata spontaneamente ‘disponibilità’ a fronte di determinate richieste. Chiedo, a tal proposito – conclude D’Alessandro – che il Comune di Campobasso faccia sentire la propria voce, magari in sinergia con altre realtà, affinché non piovano decisioni dall’alto, di frequente inopportune, a cui adeguarsi”.

 

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