Categories: CULTURA & SPETTACOLI

Isernia, il perduto eremo di Sant’Erasmo ‘riscoperto’ da due studenti

Il sito sorge a pochissimi passi da via Roma e dal Santuario dei Santi Cosma e Damiano, completamente inghiottito dalla vegetazione. L’appello dei giovani: si restauri l’affresco o verrà perduto


ISERNIA. A pochissimi passi da via Roma e dal Santuario dei Santi Cosma e Damiano di Isernia, completamente inghiottito dalla vegetazione, sorge l’antico Eremo di Sant’Erasmo. Un gioiello d’arte medioevale, abbandonato e sé stesso ma riscoperto da due giovani studenti molisani. Mario Carnevale, studente di Storia dell’Arte, e Davide Sellitto, infatti, seguendo le indicazioni fornite da uno scritto del 1986 di Francesco De Vincenzi e Davide Monaco pubblicato da Franco Valente sul suo sito, hanno deciso di andare alla riscoperta di questo luogo.

Il sito di culto dedicato alla memoria di Erasmo, vescovo di Antiochia, martirizzato nel IV secolo d.C., è ricavato da una cavità naturale e si presenta con una serie di piccoli ambienti sovrapposti risalenti all’età medievale. Di particolare pregio è senza dubbio il superstite affresco bassomedievale della Crocifissione di Cristo, datato alla fine del XIV secolo. L’affresco presenta la tipica iconografia della Crocifissione in età medievale, al centro il Cristo dolente ed ai lati i Santi in posizione frontale e statica. Sulla sinistra sono ben riconoscibili la Vergine e Sant’Onofrio, sulla destra San Giovanni accompagnato da Sant’Erasmo o San Vincenzo, rimaneggiato e trasformato in San Cristofaro probabilmente nel XVIII secolo d.C. (le fonti dei riferimenti sono a cura di Franco Valente, NdR)

Trovare l’Eremo di Sant’Erasmo, raccontano i ragazzi, non è stato per nulla facile: è inghiottito dalla vegetazione ed è impossibile da individuare dalla strada. Soltanto inoltrandosi tra le sterpaglie e i rovi, seguendo una lontanissima traccia di quello che poteva sembrare un sentiero, si giunge all’Eremo, le cui condizioni lo rendono ormai poco più di una rovina e rifugio per senzatetto. “Facciamo appello alla Sovrintendenza dei Beni Culturali e agli enti privati interessati – scrivono i due giovani – affinché provvedano al restauro dell’affresco e alla pulizia dell’Eremo e del sentiero per raggiungerlo”.

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Pietro

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