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Anestesisti, virus non meno aggressivo di marzo. E Speranza annuncia: primi vaccini a medici e anziani

Il presidente dell’Aaroi-Emac Vergallo smonta le teorie sui cosiddetti sintomi più lievi e, al contrario, evidenzia il rialzo della curva epidemica. Intanto, il ministro della Salute annuncia due/tre milioni di dosi del vaccino entro fine anno ed esclude un nuovo ricorso al lockdown


Una nuova allerta in relazione all’emergenza sanitaria giunge dall’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani. “La curva epidemica si sta alzando, – spiega all’Ansa il presidente nazionale di Aaroi-Emac, Alessandro Vergallo – e così anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva. E i malati di Covid-19 che vengono ricoverati in questi reparti non sono meno gravi di quelli arrivati a marzo o aprile”.

“Non ci convince quanto detto da alcuni in questi mesi che il virus sia diventato meno aggressivo. La curva epidemica – prosegue – sta risalendo, così come i casi in terapia intensiva, che hanno un’età media più bassa. Per fortuna siamo lontani dal livello di allarme rosso dei mesi di marzo e aprile, grazie al contenimento sociale”.

Un intervento che sembra esortare alla prudenza, mentre segnali positivi giungono dal ministro della Salute Roberto Speranza che al Corsera annuncia l’arrivo entro fine anno di 2/3 milioni di dosi di vaccino e spiega che le stesse, la cui fornitura dovrebbe essere gratuita, saranno destinate prioritariamente a operatori sanitari e ad anziani con patologie.

Il ministro conferma le intenzioni del Governo di non richiudere il Paese, ma esorta gli italiani a non sottovalutare il virus: “Non ho mai abbassato la guardia – afferma – L’autunno non sarà facile e ritengo vada gestito con la massima cautela. Ma vedo la luce in fondo al tunnel”.

Di qui l’accenno al tema della riapertura delle scuole. “Siamo l’unico Paese che darà una mascherina chirurgica ogni giorno – aggiunge Speranza – Undici milioni di dispositivi di sicurezza, distribuiti gratuitamente ad ogni alunno, dai figli di benestanti a quelli di disoccupati. Una cosa bella, una dimostrazione di equità. La ripartenza è una sfida di tutta la comunità insieme, – conclude – quindi basta far campagna elettorale sulla scuola, è pura follia”.

 

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