HomeSenza categoriaL'app anti Covid arranca e in Molise i download sono appena il...

L’app anti Covid arranca e in Molise i download sono appena il 7,5%. Per il Ministero è un ‘flop’

Procede a rilento il cammino di ‘Immuni’, ideata per prevenire i contagi da covid-19, tra crescenti evidenze di efficacia, dubbi e polemiche al contorno. Il Molise dopo tre mesi dall’entrata in funzione dell’app, fa registrare una delle percentuali più basse in Italia


CAMPOBASSO. Immuni, avanti ma troppo a rilento. Procede a fatica il cammino dell’app nazionale sul covid-19, tra crescenti evidenze di efficacia, dubbi e polemiche al contorno.

Gli ultimi dati, aggiornati alla scorsa settimana e forniti al quotidiano “Sole24Ore” dal dipartimento innovazione alla presidenza del Consiglio, riferiscono che finora Immuni ha bloccato sette potenziali focolai. Erano 4 due settimane fa e 2 a fine luglio. Di preciso, significa che sette utenti Immuni hanno scoperto di essere positivi perché avevano l’app.
Dal primo giugno sono stati 155 gli utenti positivi che avendo Immuni hanno caricato le loro chiavi nei server sanitari e così hanno potuto fare partire l’alert a tutti i loro contatti a rischio. La progressione è di 21 a giugno, 38 a luglio e 96 in agosto. Le notifiche registrate sono state 1878, ma sono calcolate solo a partire dal 13 luglio.

I download sono a quota 5,5 milioni, 9,9 per cento della popolazione (al lordo però di disinstallazioni e di installazioni da parte dello stesso utente su più cellulari). Questa cifra è pari anche al 14% dei cellulari presenti in Italia; percentuale dalla quale sono esclusi i minori di 14 anni e chi non è in possesso di uno smartphone). Ed è qui forse il principale punto critico: il tasso di download è stabile, aumentando da settimane di appena 100 mila a settimana. Nonostante la crescita dei contagi e i rischi associati alla riapertura delle scuole, insomma, l’interesse per Immuni non si sblocca. In particolare, il ministero della Salute riferisce per la prima volta i dati dei download per regione. Se molte Regioni del Centro Nord sono sopra al 10 per cento sulla popolazione, il Sud è sempre sotto, con un minimo del 5,4 per cento in Sicilia; in Molise la percentuale di download è pari ad appena il 7,5%, ma ad incidere negativamente in questo caso è anche l’età media molto avanzata dei cittadini, con le conseguenti problematiche connesse all’uso delle nuove tecnologie.

Il livello di download è troppo basso, secondo anche fonti istituzionali; “E’ stato un flop” ha commentato la scorsa settimana lo stesso viceministro della Salute Pierpaolo Sileri in varie interviste.

Poca fiducia in Immuni: A spiegare il tasso piatto di crescita di Immuni contribuiscono diversi fattori. Certo, una generale sottostima del problema coronavirus (come mostrano i pochi download nelle regioni del Sud, meno colpite dalla pandemia). Ma c’è – a quanto si legge nelle polemiche che sull’app si riversano nei social – anche una sfiducia nei confronti di quella capacità di coordinamento complessivo. Ultimo esempio, quanto accaduto a un esperto di pa digitale, Francesco Paolicelli. Riferisce di essere finito in una odissea dopo l’alert di Immuni, perché la Regione competente nel suo caso, la Puglia, “come altre regioni non ha ancora codificato cosa fare in questi casi”. “Dopo una prima quarantena mi hanno detto che ero libero di uscire. Due giorni dopo mi richiamano mi chiedono di fare altri sette giorni precauzionali di quarantena perché non hanno codificato il caso e quindi lo assimilano ad un rientro da zone pericolose con contatti vicini”. Alla fine, tampone negativo, “ma ho perso incontri professionali importanti”.

Dal ministero della Salute riferiscono al Sole24Ore che la procedura doveva essere la seguente: l’asl competente, allertata dal medico, deve prescrivere solo 14 giorni di isolamento contati a partire dal giorno di rilevato contatto a rischio; e il tampone solo in presenza di sintomi, che l’Asl accerterà con telefonate quotidiane. Per altro, questa procedura si mostra così utile non solo a contenere i contagi ma anche a monitorare l’eventuale aggravamento dei sintomi e quindi prevenire complicazioni. A patto di seguirla, la procedura. Si sa, in merito la competenza è regionale.

Nonostante tutto, Paolicelli continua a suggerire di installare Immuni; perché resta uno strumento da utilizzare contro il virus. “Certo però se le Regioni codificassero la procedura, con un’ordinanza, il sistema sarebbe più funzionale”. E crescerebbe anche la fiducia dei cittadini, quindi i download; quindi l’efficacia complessiva del sistema, in un circolo virtuoso.

Iscriviti al nostro gruppo Facebook ufficiale

isNews è anche su Telegram: clicca qui per iscriverti

Per ricevere le nostre notizie su Whatsapp, invia ISCRIVIMI al numero 3288234063 e salvalo in rubrica!

 

 

Più letti

Il tombolo alla conquista del mondo: dalla Slovenia a Isernia per...

Sonja Bogataj e Meta Gregorac vengono dalla Idrija Lace School, la più grande e antica del mondo: sono state accolte dalle 'pizzigliare' del centro...
spot_img
spot_img
spot_img