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Vaccino anti-Covid, effetti collaterali su un volontario: stop ai nuovi test

La decisione temporanea del colosso farmaceutico AstraZeneca alla luce delle risultanze della sperimentazione. Ma dall’Irbm di Pomezia tranquillizzano: non si tratta di un provvedimento “insolito”. Entro fine anno milioni di dosi


AstraZeneca sospende tutti i nuovi test clinici sul vaccino per il coronavirus che sta sviluppando con l’Università di Oxford, dopo uno dei partecipanti in Gran Bretagna ha accusato una seria potenziale reazione avversa.
Lo stop temporaneo – riferisce l’Ansa – consente al colosso farmaceutico di esaminare il caso e rivedere i dati sulla sicurezza.

“Il nostro processo standard di revisione dei test ha fatto scattare una pausa – afferma un portavoce di AstraZeneca – Si tratta di un’azione di routine che si verifica ogni volta che c’è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test che consente il tempo di indagare e assicurare allo stesso tempo il mantenimento dell’integrità del processo dei test”.

“Nei test più ampi – aggiungono ancora dalla società – reazioni possono accadere per caso ma devono essere indipendentemente valutate con attenzione”.

Non è inconsueta per i test clinici una sospensione – riporta ancora Ansa – Ma lo sviluppo del vaccino del coronavirus è uno di quelli più sotto osservazione della storia e qualsiasi segnale che arriva dai test è passato all’esame con la lente di ingrandimento. Anche se il vaccino di AstraZeneca fosse alla fine approvato, questa battuta d’arresto potrebbe tradursi in timori sull’uso. I dati iniziali sui test sono apparsi molto promettenti, con il vaccino in grado di produrre una robusta risposta immunitaria e solo deboli effetti collaterali.

Sulla questione interviene anche Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm, l’istituto di ricerca di Pomezia che è coinvolto nella realizzazione del vaccino AstraZeneca-Oxford, che a Fanpage.it chiarisce: “Non è stata sospesa la sperimentazione, ma sono state bloccate le nuove vaccinazioni nei nuovi Paesi. Attualmente è in corso una vaccinazione su 50mila persone in 5 paesi, che va avanti in attesa che si pronunci il comitato scientifico indipendente nell’unico quadro clinico avverso emerso. Ma è una decisione di ruotine”. Il numero uno di Irbm spiega che il parere del comitato scientifico dovrebbe arrivare tra qualche settimana e “non ci saranno ritardi sulla tabella di marcia di diffusione dell’antidoto”.

“Entro la fine dell’anno in corso – aggiunge – arriveranno milioni di dosi, la copertura entro pochi mesi sarà nel complesso buona, anche se penso che i governi prima organizzeranno la vaccinazione delle categorie più a rischio”.

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Alessandra

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