Somministrando il cortisone a un uomo in crisi respiratoria, tanto più che le ambulanze erano impegnate e che già si stavano manifestando sintomi di grande pericolo. L’intervento del presidente nazionale di Assofarm
CAMPOBASSO. Farmacista di Campobasso salva la vita a un paziente, che aveva due punture di calabrone e che accusava sintomi di forte vasodilatazione, perdita della vista, pressione bassissima e crescente difficoltà respiratoria.
Un salvataggio, quello effettuato da Maria Carmela Di Stefano, direttrice della Farmacia comunale 3 di Campobasso, che è intervenuta tempestivamente quando si è visto un uomo in gravi condizioni di salute.
“Ad una prima immediata telefonata al Pronto Soccorso – il racconto della farmacista riportato da Quotidiano sanità – ne è seguita un’altra dopo pochi minuti, ma tutte le ambulanze cittadine erano impegnate e la prima disponibile stava coprendo 35 chilometri di distanza. A quel punto che ho capito che non potevamo attendere i medici e ho deciso di intervenire. Gli ho somministrato un farmaco a base di cortisone e antistaminico e nel giro di pochi minuti la la persona ha iniziato a respirare meglio. Quando poi è arrivato il medico, ha confermato la correttezza di quanto ho fatto”.
Nelle ore successive il paziente è rimasto in osservazione, ma le sue condizioni sono subito apparse non preoccupanti ed è stato dimesso in giornata. Sulla vicenda è intervenuto il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi, che riportando alla dottoressa Di Stefano i complimenti da parte di tutte le Farmacie comunali italiane. “la vicenda conferma non solo l’ottima preparazione tecnica del nostro personale, ma suggerisce anche qualcosa di più – le sue parole – I cittadini hanno integrato le farmacie nel sistema sanitario nazionale molto più di quanto hanno fatto le istituzioni”.
“Le persone considerano le farmacie come un luogo sicuro e affidabile, e non indugiano a servirsene quando ne hanno necessità. Nessuno vuole sostituirsi ai Pronto Soccorso. Riteniamo però che quanto accaduto a Campobasso – ha concluso Gizzi – debba far riflettere sul potenziale professionale dei farmacisti e sul ruolo di prossimità terroriale che la farmacia può giocare, nelle strategie sanitarie territoriali”.
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