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Flop 5 Stelle alle regionali, Di Battista senza pietà: “È la più grande sconfitta della nostra storia”

All’indomani della ‘batosta’ rimediata alle elezioni regionali, si scatena la rivolta interna al Movimento, guidata dal leader romano.  Lo anticipa Bugani, altro storico esponente grillino: “Non c’è nulla da festeggiare. Continuando così, si fa la fine di Narciso”


Un duro atto d’accusa nei confronti di chi guida i 5Stelle. Alessandro Di Battista, il leader pentastellato in una diretta Facebook dichiara senza mezzi termini: “È la più grande sconfitta nella storia del Movimento”.

Come spiega Repubblica.it, il suo è un modo per ridimensionare il successo del Sì al referendum oscurando il risultato negativo delle amministrative.

Un affondo implicito contro Luigi Di Maio. Ma anche un modo per attaccare, ancora una volta, chi tra i 5Stelle porta avanti la linea dell’alleanza con il Partito Democratico.

“Sbagliato parlare di alleanze, il tema è la crisi d’identità del Movimento”. E poi: “Una leadership forte? C’è stata e ha dimezzato i voti alle europee”.

 Un altro attacco era arrivato, in mattinata, da Massimo Bugani, capo dello staff di Virginia Raggi, bolognese, volto storico dei 5Stelle. In un post su Facebook ha definito la vittoria dei Sì al referendum un “successo degli italiani e non certo dei partiti”, spiegando che il Movimento ha avuto il merito di “intercettare quest’onda”.

E, pur senza citarlo, ha messo sotto accusa l’esultanza manifestata dai vertici 5Stelle, in particolare da Luigi Di Maio: “Non sfugge il tracollo del M5S in ogni tornata elettorale, dalle europee del 2019 ad oggi, con gravi responsabilità in capo a chi da allora non ha mai voluto avviare un momento di riflessione interna, non ha avuto il coraggio di convocare stati generali, non ha minimamente gestito le precedenti regionali in Calabria e in Emilia lasciando i gruppi allo sbando, non ha mai preso alcuna posizione per costruire progetti seri nei territori, ed ha poi deciso di dimettersi non certo dopo aver preso atto del fallimento, ma solo per lasciare una palla avvelenata in mano al suo successore, il quale per forza di cose era un traghettatore ma non aveva la legittimazione per prendere decisioni importanti”.

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