“Il governo e le comunità, a tutti i livelli, hanno reagito con forza e cambiato la rotta dell’epidemia con una serie di interventi basati su dati scientifici”: il post ormai virale racconta la storia di quel Paese migliore che soffre, lotta e resiste insegnando cosa vuol dire essere italiani e cittadini responsabili. GUARDA IL VIDEO
ROMA. Non era richiesto né dovuto, ma è stato sicuramente una gradita sorpresa trovare, questa mattina, sui profili social dell’Organizzazione mondiale della sanità, uno splendido video che racconta le sofferenze e i sacrifici dell’Italia prima, durante e dopo il lockdown. E che celebra quanto fatto dal governo centrale e dalle comunità locali nella lotta al coronavirus, misure difficili e stringenti che però ci consentono, oggi, di essere il secondo Paese europeo con minori contagi dopo la Germania.
GUARDA IL VIDEO DELL’OMS
Le immagini scorrono rapide, mentre le parole di Giuseppe Conte rievocano momenti bui che in molti preferirebbero dimenticare. A raccontare l’esperienza italiana sono Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, Flavia Riccardo, ricercatrice del dipartimento Malattie Infettive dell’Iss, e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Dalle primissime zone rosse di Codogno e Vo’, alle migliaia di casi al giorno, alla paura nera, allo sconcerto per i camion dell’esercito da Bergamo carichi delle salme delle vittime, alla speranza color arcobaleno, ai concerti sui balconi, agli slogan – non sempre veritieri, va detto – del “andrà tutto bene!”, fino all’attuale situazione diametralmente opposta a quella di soli sei mesi fa, quando altrove sembra andare invece tutto a rotoli sotto scroscianti applausi al grido di “Libertà, libertà!”. Valore che, come c’insegna il presidente Sergio Mattarella, senza serietà serve a ben poco.
“Il governo e le comunità, a tutti i livelli, hanno reagito con forza e cambiato la rotta dell’epidemia con una serie di interventi basati su dati scientifici”, scrive l’Oms, mettendo al centro del messaggio la comunicazione tra gli enti e soprattutto l’impegno costante della comunità scientifica, degli operatori sanitari e delle forze dell’ordine. Il territorio italiano si svela al mondo non tanto per l’arte, la cucina o la cultura ma, una volta tanto, per la capacità del proprio popolo di reagire, lottare, combattere e rialzarsi davanti alle difficoltà più grandi: una verità storica, un’esperienza endemica di resistenza che spesso tendiamo a dimenticare. Qualcosa, ogni tanto, di cui andare fieri.
Pietro Ranieri
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