Non si spegne l’eco della polemica relativa ai ritardi nella consegna dei risultati dei tamponi, specie ai ragazzi delle scuole della provincia pentra, finiti in quarantena. Le famiglie, stamane in sit-in dinanzi alla Prefettura, hanno invocato un potenziamento del servizio diagnostico. Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli esponenti politici Filomena Calenda e Raimondo Fabrizio per i quali va rafforzata anche l’assistenza a domicilio
ISERNIA. Scoppiata stamane, con un sit-in dinanzi alla Prefettura di Isernia, non si spegne l’eco della polemica dei genitori degli studenti delle scuole pentre, che attendono l’esito dei tamponi effettuati nei giorni scorsi dai propri figli in seguito all’accertamento di casi di Covid in diverse comunità scolastiche del territorio.
Dinanzi alla richiesta di comprensione avanzata dal governatore Toma, rispetto all’operato del personale Asrem, decisamente sotto forze rispetto alle esigenze dell’emergenza, alcuni genitori non ci stanno. E, pur volendo rispettare il lavoro degli operatori sanitari, ribattono: “Molti di noi hanno la partita Iva e stanno già subendo gli effetti del passato lockdown. Restare a casa isolati con i propri figli e attendere giorni e giorni l’esito dei tamponi compromette il nostro di lavoro”.
Ed ecco che in proposito si registra finanche una denuncia ai carabinieri. Un genitore ha riferito ai militari come la figlia studentessa, che ha effettuato il tampone lo scorso 13 ottobre, non sia ancora a conoscenza dell’esito del test, a differenza dei suoi compagni e che per questo è in isolamento. Nella stessa denuncia il padre chiede di conoscere i motivi del ritardo e che si proceda nei confronti dei responsabili”.
Intanto, sempre questa mattina il gruppo di ‘manifestanti’ ha invocato l’istituzione di punto prelievo tamponi anche Isernia, non solo a Venafro. E l’Asrem – secondo quanto si apprende – avrebbe aperto a tale ipotesi.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere comunale Raimondo Fabrizio e la consigliera regionale Filomena Calenda, i quali, a loro volta, hanno inteso lanciare un appello all’azienda sanitaria affinché si dia seguito alle richieste di tanti cittadini, i quali continuano a chiedere un potenziamento della rete che effettua i test.
“Ad oggi – hanno dichiarato – il nosocomio di riferimento per la provincia pentra è il Santissimo Rosario di Venafro, ma considerata la mole di tamponi processati in quest’ultimo periodo, a seguito di una recrudescenza della pandemia, crediamo sia opportuno aumentare il personale specializzato. Inoltre, è più che mai opportuno individuare una soluzione per diminuire al minimo i disagi ai tanti isernini costretti a recarsi a Venafro per effettuare il tampone. Ad oggi, infatti, il cluster più preoccupante interessa proprio il capoluogo pentro, con numerosi alunni delle scuole elementari sottoposti quotidianamente a tamponi. Appare illogico che questi ultimi, insieme ai loro familiari, siano costretti a recarsi presso il Santissimo Rosario, attendendo ore prima di sottoporsi al test. Per di più, come già accennato, a seguito della mole di tamponi processati negli ultimi giorni, si starebbero verificando ritardi e disguidi che, in una situazione così delicata – hanno continuato Calenda e Fabrizio – rischia di avere conseguenze molto gravi. Stamane, sabato 17 ottobre, una delegazione di cittadini si è recata presso la Prefettura di Isernia per chiedere maggiori garanzie e chiarimenti, siamo pronti a sposare le loro istanze. Siamo consapevoli che le difficoltà del momento e i protocolli di sicurezza non permettono un ampio margine di manovra – concludono i due consiglieri –, ma siamo convinti che si debba agire in tempi rapidi seguendo due direttive: coinvolgere maggiormente l’ospedale Veneziale di Isernia nell’effettuazione e analisi dei tamponi e, al contempo, potenziare l’equipe USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che esegue test a domicilio, in modo da diminuire al massimo spostamenti di cittadini entrati in contatto con positivi”.
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