La decisione del Gup del tribunale di Palermo. La parlamentare era coinvolta nell’indagine coordinata dalla Dda. I suoi avvocati ribadiscono la sua estraneità ad addebiti che riguardano contesti mafiosi, per cui sarà invece processato il suo ex collaboratore Antonello Nicosia


CAMPOBASSO. Operazione ‘Passepartout’, il Gup del Tribunale di Palermo Fabio Pilato ha rinviato a giudizio la deputata di Italia Viva, Giusy Occhionero, accusata di falso.

Il processo per la parlamentare molisana, difesa da Giovanni Di Benedetto e Giovanni Bruno, inizierà il 2 febbraio 2021 davanti alla III sezione penale del Tribunale di Palermo. Occhionero era coinvolta nell’indagine coordinata dalla Dda di Palermo, che aveva svelato un intreccio fra la famiglia mafiosa di Sciacca e la politica. Sei in tutto gli indagati.

La parlamentare avrebbe fatto passare Antonello Nicosia, 48 anni, un passato da attivista Radicale e poi impegnato nella difesa dei diritti dei detenuti, poi arrestato per mafia, e allora conosciuto solo telefonicamente, per suo assistente, consentendogli di entrare con lei nelle carceri senza autorizzazione e di avere incontri con i boss.

Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione. Il 21 dicembre, dopo aver avuto con Nicosia solo contatti telefonici, la deputata è arrivata a Palermo e ha incontrato Nicosia, con cui è andata immediatamente a fare un’ispezione al carcere Pagliarelli. All’ingresso ha dichiarato che era un suo collaboratore: circostanza, hanno accertato i pm anche attraverso indagini alla Camera, falsa.

All’epoca, infatti nessun rapporto di lavoro era stato formalizzato. Il giorno successivo i due hanno fatto, con le stesse modalità, visite nelle carceri di Agrigento e Sciacca. Ai pm che in principio l’hanno sentita come persona informata sui fatti, Giusy Occhionero ha detto di non aver avuto contezza della doppia personalità di Nicosia, formalmente paladino dei diritti. Nicosia, accusato di falso aggravato e associazione mafiosa, ha scelto il rito abbreviato, come il boss di Sciacca Accursio Dimino e Paolo e Luigi Ciaccio, che rispondono di favoreggiamento.

Rinviato a giudizio anche Massimiliano Mandracchia, imputato di favoreggiamento. Fra i principali imputati proprio Nicosia, difeso dall’avvocato Dario Gallo, che ha chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato, il 16 novembre. Oggi Nicosia in aula ha smentito qualunque contatto con il padrino latitante Matteo Messina Denaro e ribadito che durante gli incontri avvenuti nelle carceri non è mai stato stato lasciato da solo.

Alla notizia del rinvio a giudizio della deputata renziana ha fatto seguito la comunicazione dei suoi legali, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Giovanni Bruno. “Nel precisare con fermezza che la nostra assistita, Giuseppina Occhionero, è del tutto estranea ad addebiti afferenti a contesti mafiosi – le loro parole – prendiamo atto con amarezza del suo rinvio a giudizio dinanzi il Tribunale di Palermo, per il reato di cui all’art. 483 codice penale (Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico) in relazione alla dichiarazione da lei rilasciata sul rapporto di collaborazione con Antonello Nicosia”.

“Siamo fermamente convinti – hanno aggiunto i legali – che il Gup aveva oggi tutti gli elementi, di fatto e di diritto, per emettere una sentenza di non luogo a procedere. Illustreremo le nostre ragioni dinanzi il Giudice monocratico che, siamo certi, darà atto della assolutà liceità della condotta posta in essere dalla nostra assistita”.

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