Il governatore del Molise commenta ‘contrariato’ alcune delle norme contenute nell’ultimo Dpcm firmato dal premier Conte. Ed invoca “ristoro economico veloce e adeguato”
CAMPOBASSO. Si dice contrariato dal nuovo Dpcm, rivendica la possibilità di soluzioni alternative avanzate in sede di Conferenza delle Regioni e invoca subito ristori economici adeguati.
A parlare è il governatore Donato Toma, all’indomani della firma da parte del premier Conte del documento contenente le nuove restrizioni atte ad arginare il contagio da Covid-19.
“Sono fortemente contrario ad alcune norme contenute nel nuovo decreto firmato dal presidente Conte – esordisce Toma – Perché chiudere attività che rispettano il distanziamento? Già nei mesi scorsi bar e ristoranti, ad esempio, hanno ridotto capienza e applicato fermamente le regole. Perché accanirsi? Meglio sarebbe stato applicare controlli più serrati e punire chi usciva fuori dal perimetro normativo. Con il giusto distanziamento che motivo c’è di chiudere? Si può stare seduti ore in treno distanziati o su trasporti pubblici meno distanziati e in cinema, teatro e locali no. Io fatico a comprendere la logica dei provvedimenti. Il Paese è arrivato a questa seconda ondata stanco, se non si dà una prospettiva di uscita sarà difficile contenere il disagio sociale. La Conferenza delle Regioni, con il presidente Bonaccini, ha fatto un lavoro enorme a tutela dei cittadini, – prosegue il governatore del Molise – il Governo ascolti di più chi quotidianamente lavora sul territorio. E, soprattutto, dia ristoro economico veloce e adeguato a chi, da domani, sarà nuovamente penalizzato”.
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