Ristoranti: stimati 2,7 miliardi di perdite. Indennizzi sui conti correnti

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate c’è già una guida operativa per i contributi a fondo perduto che sono stati erogati a maggio


CAMPOBASSO. La seconda ondata della pandemia costringe a misure più restrittive nel Dpcm appena firmato dalla presidenza del Consiglio. Chiudono i bar e i ristoranti dopo le 18 a partire da oggi fino al 24 novembre. Il Corriere della Sera riporta l’analisi di Fipe-Confcommercio, secondo cui “le misure annunciate costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione. I ripetuti annunci di chiusure anticipate hanno già prodotto la desertificazione dei locali e, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico”.

Nella conferenza stampa il premier Giuseppe Conte ha spiegato che gli indennizzi dovrebbero andare in Gazzetta ufficiale già domani: “Sono già pronti a beneficio di tutti coloro che verranno penalizzati da queste nuove norme. I ristori arriveranno direttamente sui conti correnti dei diretti interessati con bonifico bancario attraverso l’Agenzia delle Entrate”. “Sarà offerta una nuova indennità mensile, una tantum, agli stagionali del turismo, spettacolo, lavoratori intermittenti dello sport”, ha aggiunto il premier. C’è la conferma della cassa integrazione, un’ulteriore mensilità del reddito di emergenza e misure di sosteno alla filiera agroalimentare.

“Ci sarà il credito di imposta per affitti commerciali di ottobre e novembre — ha spiegato — la sospensione della seconda rata Imu”. “I conti della Nadef al momento direi che non vengono alterati. Non c’è necessità di alterare il quadro di finanza pubblica già approvato dal Parlamento — ha chiarito Conte —. Se riusciremo a tenere la curva sotto controllo non vedo prospettive di fare nuovi scostamenti”.

Sul sito dell’Agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini c’è già una guida operativa per i contributi a fondo perduto che sono stati erogati alle imprese a maggio per fronteggiare la prima ondata della pandemia. Il premier ha spiegato che si userà questo schema dimostratosi utile durante la prima fase.

Quel che si sa — dando per buono lo schema proposto a maggio — è che il contributo a fondo perduto potrà essere richiesto da soggetti titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa o di lavoro autonomo, come lo sono i gestori di bar e ristoranti. Il primo requisito — previsto in quel decreto — era il conseguimento, nell’anno 2019, di un ammontare di ricavi o compensi non superiore a 5 milioni di euro. Per ottenere l’erogazione del contributo a fondo perduto era necessario almeno uno di questi requisiti: 1) ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 (stavolta si parametrerà il calcolo sui mesi di ottobre e novembre 2019) . 2) L’inizio dell’attività a partire dal 1° gennaio 2019.

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