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Emergenza Covid, ecco il progetto di medicina del territorio della diocesi Termoli-Larino. L’appello ai sindaci

Un piano, stilato con alcune associazioni del territorio e con esperti, per fare rete e dare risposte a tutti i cittadini


TERMOLI/LARINO. Il periodico La fonte, la diocesi di Termoli-Larino, le chiese battiste di Campobasso e Ripabottoni e varie associazioni molisane, con l’aiuto di esperti, hanno elaborato un progetto di medicina sul territorio con proposte e obiettivi “per tutelare la salute dei molisani e quella delle realtà locali”.

La proposta segue una serie di incontri organizzati negli scorsi mesi per stimolare un confronto aperto a tutte le parti e condividere un possibile percorso da sottoporre alle istituzioni partendo proprio dai reali bisogni del territorio. E in primis è ‘offerto’ ai sindaci affinché condividano la battaglia per una riorganizzazione del sistema sanitario, facendo sentire la loro voce ai più alti livelli istituzionali.

ED ECCO I DETTAGLI:

– La Digitalizzazione del sistema sanitario del Molise è il primo passo, una scelta necessaria per conoscere lo stato di salute della comunità molisana e per rendere efficiente l’intera organizzazione della Sanità, dalla medicina territoriale alla rete ospedaliera.

– I Distretti Della Salute sono gli architravi della struttura sanitaria regionale. L’ASREM del Molise può essere divisa in tre “Distretti Della Salute” che devono avere una funzione di governo, ovvero di programmazione, coordinamento e controllo delle attività sanitarie attraverso la lettura e l’interpretazione dei bisogni sociali, ambientali e sanitari del territorio. In queste attività fondamentale è il ruolo e la partecipazione dei sindaci. Il corretto funzionamento dei Distretti della Salute consentirà di contenere lo sviluppo delle malattie, ridurre la pressione sugli ospedali e le liste di attesa, ma anche di evitare costose prestazioni ospedaliere inappropriate.

In ogni distretto della salute va potenziato l’organico dei medici di base e rivisto il loro ruolo, perché il medico di base è la sentinella che vigila sulla salute dei cittadini in un territorio. Ogni paziente che si rivolge al suo medico deve essere preso in carico in modo da superare la deleteria frammentazione dell’assistenza. Il paziente deve essere accompagnato in modo unitario dalla malattia alla guarigione. Per raggiungere tale risultato è essenziale la riqualificazione, il perfezionamento e l’aggiornamento del personale sanitario, ma anche la rieducazione e l’adattamento a questo modello dei cittadini.

– Le Case della Salute – una ogni 15/20.000 abitanti – devono essere rifondate. Esse devono fornire assistenza specialistica, diagnostica e servizi di telemedicina, e al pari tempo diventare il vero cuore pulsante della medicina territoriale e delle attività di prevenzione che hanno al centro le condizioni sociali dei cittadini e la qualità ambientale del territorio.

La Casa della Salute è il luogo elettivo nel quale si realizza l’incontro tra comunità e sistema sanitario, luogo di formazione, informazione ed educazione alla salute. La Casa della Salute rappresenta quel complesso di servizi che facilita l’accesso alle prestazioni e ai percorsi assistenziali dei malati di un territorio sub-distrettuale. Al tempo stesso favorisce pratiche di prevenzione primaria e secondaria, ma anche interventi riabilitativi. In tal modo viene garantito il passaggio dalla mera erogazione di prestazioni sanitarie alla “promozione della salute” con il conseguente spostamento del baricentro dell’intervento dall’ospedale al territorio e con la corresponsabilizzazione dei cittadini organizzati. La Casa della salute può divenire il pilastro di un sistema sociale e sanitario che s’impegna per prevenire la malattia, prende in cura il cittadino malato e lo accompagna in tutto il percorso sanitario.

– I Dipartimenti. Il dipartimento di prevenzione e il dipartimento di salute mentale, istituiti per legge e con importanti funzioni di sanità pubblica, debbono essere potenziati. Essi devono essere parte dell’attività di conoscenza, di controllo, di programmazione e di governo del territorio ed integrarsi con il lavoro dei Distretti della Salute.

In questo contesto hanno una specifica funzione le attività di prevenzione e di contrasto alle dipendenze patologiche (Ser.D.) e i servizi di sostegno alle famiglie e alla maternità per una procreazione responsabile attraverso una rinnovata rete di consultori.

– Gli Ospedali di Comunità, le RSA, i Centri di Riabilitazione, i Centri Diurni e Servizi Residenziali per la salute mentale rappresentano un anello fondamentale fra l’ospedale e la medicina nel territorio. Così come le farmacie di comunità possono, per parte loro, partecipare al servizio di assistenza domiciliare integrata, a supporto del medico di medicina generale, ed effettuare analisi di prima istanza.

– La rete degli ospedali pubblici molisani – composta dal Cardarelli di Campobasso, dal San Timoteo di Termoli, dal Veneziale di Isernia, dall’Ospedale di Area Disagiata di Agnone – deve essere riorganizzata, riqualificata e integrata con il nuovo servizio sanitario che ha nella medicina territoriale il suo vero fulcro.

– Il Centro di Eccellenza di Riabilitazione (CER) è la destinazione principale del Vietri di Larino.

– Il Gemelli Molise di Campobasso, la Neuromed di Pozzilli e le altre strutture convenzionate devono essere ricondotte alla logica della nuova organizzazione della sanità molisana. Le loro funzioni, le loro competenze e le loro capacità devono essere discusse e selezionate sulla base delle esigenze della salute dei cittadini molisani e tenendo ben ferma la centralità organizzativa e finanziaria del servizio pubblico sanitario, oltre che il concetto essenziale dell’aumento della Tipologia dei servizi e della eliminazione di inutili e dispendiosi doppioni.

– La nuova sanità regionale dovrà essere accompagnata da una capillare attività di educazione alla prevenzione e al corretto utilizzo dei servizi coordinata dalle Case della salute.

 

 

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Alessandra

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